De Cecco: più utili nel 2019, Gianni Letta in cda

L'ex delfino di Silvio Berlusconi entra nel rinnovato board insieme a Mario Boselli e l'ex consigliere delegato della Bocconi. Filippo Antonio De Cecco rafforza la presa sul gruppo
De Cecco: più utili nel 2019, Gianni Letta in cda

Un rinnovato vigore traspare dai numeri del 2019 del pastificio De Cecco, resi noti in occasione dell’approvazione del bilancio da parte del numeroso parterre familiare che forma l’azionariato della società abruzzese. L’assemblea dei soci ha anche provveduto al rinnovo del consiglio d’amministrazione della capogruppo, che sale a nove membri dai tre precedentemente in carica e vede l’ingresso di alcuni amministratori indipendenti, tra i quali spicca per fama il nome di Gianni Letta, l’84enne uomo politico abruzzese per ben tre volte sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei governi guidati da Silvio Berlusconi. Il consiglio d’amministrazione vede anche l’ingresso di un altro esponente della numerosa famiglia proprietaria del gruppo pastaio: si tratta di Annunziata De Cecco e con lei anche del marito, l’avvocato genovese Eugenio Ronco Municchi. Nel 2019 era uscito dal consiglio, in modo rocambolesco l’ex amministratore delegato Francesco Fattori, rimasto in carica meno di un anno e finito attualmente alla guida di Optima, attiva nell’ingredientistica e controllata dal fondo di private equity Charterhouse, già proprietario di Nuova Castelli.

I NUMERI DEL 2019

L’esercizio 2019 ha visto il fatturato netto salire del 5,4% a 482 milioni di euro. Una crescita dovuta più al mercato interno che a quello internazionale, fanno sapere dalla società, e che sarebbe il frutto di maggiori investimenti pubblicitari – vedi ad esempio la partnership con la Juventus – e promozionali in store in un contesto di mercato che premia i produttori di pasta premium. La crescita dei ricavi si è riverberata anche nel margine operativo lordo (ebitda), salito dell’8,1% a oltre 53 milioni di euro, pari all’11% del giro d’affari. Salgono anche gli utili netti, che arrivano a 21 milioni di euro, ovvero 4 milioni rispetto all’esercizio precedente. “La crescita dei volumi, che ha riguardato sia il mercato italiano che quello estero, è stata anche certificata dalla speciale classifica Nielsen Top 75 Manufacturer, che analizza le prime 75 aziende italiane per fatturato nel comparto del largo consumo confezionato. De Cecco è risultata al primo posto per la miglior crescita percentuale a valore (+12%) e terza nella graduatoria per la crescita assoluta a valore (+20 milioni di euro)” ha commentato la società in una nota.

FILIPPO ANTONIO CONSOLIDA LA PRESA SUL CDA

Il consiglio d’amministrazione della capogruppo è stato rivoluzionato. Uscito l’ex a.d. Francesco Fattori lo scorso anno per forti dissidi con la proprietà, nel nuovo board non ci saranno neanche Giuseppe Aristide e Saturnino De Cecco, che si sono dimessi e che hanno lasciato il posto a Giuseppe Adolfo De Cecco e Giuseppe Alfredo De Cecco, più in sintonia in questa fase storica del gruppo con il presidente Filippo Antonio De Cecco, che dovrebbe essere riconfermato nel suo ruolo guida della società. Filippo Antonio, peraltro, è anche salito nell’azionariato acquisendo circa l’8,6% delle quote che lo portano ad essere l’azionista di maggioranza relativa. Il cda, come si è detto ha visto anche l’ingresso di Annunziata De Cecco e del marito, ma soprattutto di tre nuovi membri non esecutivi che saranno probabilmente qualificati come “indipendenti” ai sensi della normativa italiana. Oltre a Gianni Letta ci sono anche Mario Boselli, presidente dell’Istituto italo cinese e soprattutto voce per tanti anni della Camera nazionale della moda e il professor Bruno Pavesi, ex Consigliere Delegato dell’Università Commerciale Luigi Bocconi e un lungo curriculum in aziende con ruoli apicali. L’ex a.d. Fattori, peraltro, sarebbe anche indagato dalla procura della Repubblica di Pescara per rivelazione di segreto industriale secondo quanto hanno scritto alcuni quotidiani proprio qualche giorno fa, ai danni proprio della società abruzzese.

RIVOLUZIONI IN VISTA?

Cosa comporta questo cambio in cda? “La compagine azionaria ha deciso di ampliare il numero dei componenti e designare personalità di grande spessore manageriale e professionale, che potranno mettere a disposizione dello storico pastificio le proprie competenze, permettendo di cogliere le nuove opportunità e affrontare le sfide dal mercato nazionale e internazionale” dice in modo molto sibillino la società.

La quotazione in Borsa resta sempre un tema sul tavolo, già rimandato nel 2008 per la crisi finanziaria, poi per la cacciata di Fattori e ora presumibilmente per il crash dei listini azionari da Coronavirus. I nuovi membri del cda, che hanno ottenuto il gradimento dei rami familiari usciti dal board, potranno comunque dare il loro contributo a una gestione più serena e composta dell’azienda pastaia.

© Riproduzione riservata