Fake news a parte, le tanto contestate misure adottate dall’Italia, seppur non draconiane come le loro controparti cinesi, hanno scongiurato quantomeno l’emergenza alimentare, con i consumi che si avviano lentamente verso la normalità. Situazione completamente diversa invece negli Stati Uniti. Diversi produttori di carne infatti, dopo aver spostato il focus dall’horeca al retail, che di suo ha annunciato 1 milione di nuove assunzioni, stanno chiudendo alcuni impianti in seguito alla registrazione di numerosi casi di contagio tra i dipendenti.
CARGILL
Il 7 aprile scorso, il colosso Cargill ha chiuso la fabbrica di Hazelton, Pennsylvania, dopo che un numero non specificato di impiegati è risultato positivo al virus. La chiusura sarà a tempo indeterminato, come dichiarato dalla compagnia in una nota rilasciata alla Reuters: “Il nostro obiettivo ora è mantenere i 900 lavoratori della fabbrica al sicuro e ridurre i rischi di contagio tra la comunità di Hazleton, che è stata fortemente colpita dall’emergenza. La nostra fabbrica riaprirà non appena vi saranno le necessarie condizioni di sicurezza”.
MAPLE LEAF
La fabbrica di Maple Leaf in Ontario, Canada, ha chiuso anch’essa a tempo indeterminato in seguito al contagio di 3 dipendenti, per il quale è stata immediata avviata un’indagine interna. Il presidente e Ceo, Michael McCain ha dichiarato: “In attesa di completare l’indagine, stiamo procedendo all’igienizzazione della fabbrica, inclusi spazi comuni e uffici. Il nostro obiettivo è completare entrambe le operazioni il più velocemente possibile. Non riapriremo fintanto che non vi saranno le necessarie condizioni di sicurezza”
SANDERSON FARMS, TYSON E JBS
15 dipendenti positivi al test, 400 rispediti a casa e fabbrica in Georgia chiusa per 4 settimane per Sanderson Farms, con la produzione che diminuirà di circa il 25%: da 1,3 miliardi a 1 miliardo di polli processati.
Tyson ha chiuso una linea di produzione di carne di maiale in Iowa in seguito al contagio di 24 dipendenti. JBS ha sospeso fino al 16 aprile le operazioni in una fabbrica di carne di manzo in Pennsylvania dopo che alcuni manager hanno avvertito i sintomi della malattia.
CONSEGUENZE
Con la produzione che diminuisce e la domanda di carne che invece continua a crescere, Bloomberg fa notare che sussistono rischi concreti per una carenza di prodotto nelle prossime settimane.
Se l’emergenza ha fatto scoprire agli italiani lo smart working e il digital retail, la mancanza di carne potrebbe incrementare ulteriormente la quota di mercato del plant-based negli Stati Uniti? Beyond Meat e Impossible Foods osservano interessati.