Come cambierà il mondo della spesa secondo gli USA

Gli analisti americani elencano i fattori che possono influire negativamente sull’accesso dei consumatori alle forniture alimentari. A partire da prodotti importati e cibi lavorati in impianti troppo affollati

Secondo le analisi di numerosi economisti americani la pandemia di Covid-19 cambierà il mondo della distribuzione alimentare, così come la spesa dei consumatori. E non è detto che si tratti di cambiamenti reversibili. Molti produttori, ad esempio, potrebbero non essere più in grado di trattare gli alimenti con la consueta rapidità, e gli acquirenti avranno meno probabilità di acquistare determinati cibi.

Carolyn Dimitri, professore associato di Nutrizione e studi alimentari alla New York University, sostiene che i focolai di coronavirus potrebbero portare a problemi nella catena di approvvigionamento. A questo proposito, la carne bovina è già meno diffusa sugli scaffali della distribuzione Usa. È alta, infatti, la diffusione dell’infezione all’interno di impianti di lavorazione non predisposti per il distanziamento tra addetti.

SCORTE A RISCHIO PER CARNE, FRESCHI E PRODOTTI IMPORTATI

La produzione di carne di maiale sta affrontando problemi simili secondo Miguel Gomez, professore di Economia agricola alla Cornell University. Anche il pollame negli Stati Uniti viene prodotto in grandi fabbriche in condizioni di stretta vicinanza tra operai, il che rende le interruzioni di fornitura più probabili rispetto ad altri settori industriali.

L’impatto più forte è atteso nei reparti di gastronomia dei supermercati dove anche vari tipi di cibi importati, come alcuni tipi di formaggi, potrebbero essere meno disponibili già nel prossimo futuro. Rischio analogo per gli alimenti altamente deperibili, compresi quelli più costosi come i frutti di bosco, man mano che i consumatori passano ad opzioni più economiche e caratterizzate una shelf life più lunga. Infine la frutta e la verdura di stagione, come i pomodori, sono altamente suscettibili di restrizioni di offerta.

IL RUOLO ESSENZIALE DELL’E-COMMERCE

Con milioni di persone bloccate in casa e il 40% dei ristoranti chiusi l’industria alimentare, benché in continua evoluzione, non è mai stata così essenziale. A partire dalle varie opzioni di spesa online. Instacart, ad esempio, negli Stati Uniti ha realizzato profitti per la prima volta un profitto durante il picco dell’emergenza Covid. Nelle prime due settimane di aprile la piattaforma ha venduto generi alimentari per 700 milioni di dollari a settimana, pari al 450% delle vendite dell’intero mese di dicembre (fonte: The Information).

Mentre l’e-commerce sta facendo passi da gigante, l’intero settore food & beverage sta accelerando a tutta velocità nonostante le preoccupazioni per la tenuta della catena di fornitura. C’è chi interpreta questi cambiamenti come riallineamenti temporanei dovuti a circostanze contingenti, ma la questione persiste: questa crisi cambierà per sempre il mondo della spesa?

SPESA E RISTORAZIONE TRA CALI E PICCHI

I grocer sono intervenuti per colmare il vuoto lasciato dal fuori casa, ma quanto estesamente? Servizi di consegna come DoorDash stanno aiutando alcuni ristoranti a rimanere aperti, ma un rapporto della banca d’investimento svizzera UBS sostiene che il consumo out of home potrebbe diminuire di quasi 350 miliardi di dollari (meno 40%) solo negli Usa, e la tendenza resterà invariata dopo la fine della pandemia.

Senza dimenticare che i generi alimentari hanno comunque visto un aumento delle vendite del 33% tra dicembre 2019 e marzo 2020. L’analista di Barclays Karen Short stima che solo nel secondo trimestre del 2020 tra i 61 e i 118 miliardi di dollari di introiti si sposteranno dai ristoranti ai negozi specializzati.

Il tutto all’interno di una tendenza generale in rapido assestamento: dopo il panico iniziale che ha generato fenomeni di accaparramento, con vendite che hanno superato gli 8 miliardi di dollari solo nella settimana del 21 marzo, stiamo assistendo a un ritorno a livelli appena superiori a quelli pre Covid-19.

CAMBIAMENTI MOMENTANEI O PERMANENTI?

L’impatto della crisi attuale si farà sentire per anni, e grocer e retailer dovranno adeguarsi a una nuova normalità. Potrebbe essere necessario un po’ di tempo prima che i ristoranti tornino a numeri pre pandemia, cedendo nel frattempo quote di mercato. Ma secondo tutti gli analisti americani il vero cambiamento sarà online. Passata la necessità emergenziale che sta agendo come un detonatore, la convenienza è destinata a diventare il driver principale per l’utilizzo diffuso dell’e-grocery: la catena di approvvigionamento dovrà quindi essere perfezionata.

Qualche mese fa, lo scenario più ottimistico per la penetrazione dell’e-grocery nel mercato a stelle e strisce prevedeva una quota del 15% entro il 2025. Quota che potrebbe essere raggiunta prima dell’inizio del 2021.

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