Quando si tratta di corretta alimentazione, l’opinione dei consumatori italiani sfiora l’unanimità. Il 98% degli intervistati da Doxa, nell’ultima indagine realizzata in esclusiva per Food, la considera infatti un elemento essenziale per mantenersi in salute.
La ricerca è stata realizzata dal 29 giugno al 2 luglio, e si è concentrata in particolare sull’attenzione verso una corretta alimentazione e sull’utilizzo di integratori alimentari. Al sondaggio Doxa Roamler hanno risposto, su base volontaria, 500 persone iscritte alla crowdsourcing community digitale.
CORRETTA ALIMENTAZIONE SOTTO I RIFLETTORI
Il 66% degli intervistati dichiara di prestare sempre o comunque spesso attenzione ai valori nutrizionali sulle etichette dei prodotti alimentari quando fa la spesa.
La maggior parte dei rispondenti (71%) cerca di evitare soprattutto prodotti ricchi di grassi e, con percentuali sensibilmente diverse (24%), prodotti ricchi di carboidrati.
Durante la fase di lockdown, l’attenzione – già molto alta – verso l’alimentazione dal punto di vista nutrizionale non è variata rispetto al periodo precedente per il 62% degli intervistati, ed è cresciuta per il 24%.
Inoltre, il fatto che un alimento sia nutrizionalmente bilanciato (54%) e che le materie prime siano italiane (53%) sono elementi determinanti nella scelta di acquisto.
ATTIVITÀ SPORTIVA E REGIME NUTRIZIONALE
Per il 20% degli intervistati il tempo dedicato all’attività sportiva è aumentato rispetto al periodo precedente, mentre per il 44% è rimasto uguale.
Otto intervistati su 10 praticano sport almeno una volta a settimana, e il 19% degli intervistati segue un regime nutrizionale specifico legato all’attività sportiva.
INTEGRATORI E PROBIOTICI
Il 67% degli intervistati reputa di seguire una corretta alimentazione e di non aver bisogno di integratori o prodotti specifici per l’attività sportiva, assunti invece dal 17% dei rispondenti.
Gli integratori più acquistati sono vitamine e sali minerali (66%), seguono barrette e shake proteici (37% per ognuno).
Quasi sei intervistati su 10 non acquistano probiotici, il cui consumo è legato all’acquisto di prodotti in cui sono naturalmente contenuti.
A partire dallo yogurt, acquistato con frequenza costante dal 95% degli intervistati, seguito da Kefir (31%) e formaggi fermentati (26%).