A 97 anni ci ha lasciato Giulia Maria Crespi, imprenditrice italiana fondatrice del Fai, proprietaria del Corriere della Sera, prima, e socia del quotidiano di Scalfari, La Repubblica, poi. La Crespi però aveva anche interessi nei mondi agricolo, industriale e nella distribuzione commerciale. Aveva investito nelle Cascine Orsine, in provincia di Pavia, e nella catena EcorNaturaSì.
Donna energica e lungimirante, la Crespi mi invitò per parlare di editoria presso la sua bella casa, in corso Venezia a Milano, in particolare, di prodotti e mercati biologici e biodinamici. Profonda sostenitrice della cultura antroposofica steineriana, la Crespi mi raccontò che era riuscita a sconfiggere anche un tumore grazie a cure alternative, ai cibi biodinamici e a iniezioni di vischio, rifiutandosi di fare la chemioterapia. Un’esperienza praticata presso la clinica svizzera Lukas, ad Arlesheim, nei dintorni di Basilea. Il vero amore della Crespi era la gestione dei 300 ettari delle Cascine Orsine, un’azienda agricola di coltivazioni biologiche e biodinamiche. “Ma lei ha assaggiato il nostro latte? – mi chiese nel nostro incontro – Lo diamo anche a Marco Roveda (fondatore delle Fattorie Scaldasole, ndr) per fare anche yogurt e gelati buonissimi. Lei deve sentire anche il nostro riso integrale, nella cui confezione ho inserito il disegno delle rane: nei campi delle Cascine Orsine le rane cantano, per questo motivo nei nostri prodotti c’è più sapore, più energia, più salute e più felicità”. Durante la colazione, che mi aveva offerto, mi confessò anche: “Io penso di essere fra le poche persone che sono amiche sia di Bernardo Caprotti, il patron di Esselunga, sia di Marco Brunelli, patron di Finiper e di Unes. La faraona che preferisco, però, è quella di Esselunga e poi me la portano anche a casa”. Mi sono trattenuto dal chiederle se la faraona fosse stata biologica o biodinamica.
Una nobildonna autorevole e decisionista la Crespi, che non amava essere contraddetta e che anche lei aveva investito nella distribuzione, diventando il seconda azionista nella catena EcorNaturaSì, per diffondere la cultura e distribuire i prodotti bio. Ancora oggi la famiglia Crespi possiede una quota pari al 26% del capitale sociale, insieme agli altri soci Fabio Brescacin di Ecor e Renzo Rosso di Diesel. Roberto Zanoni, per anni al vertice della catena e oggi presidente Assobio (l’associazione che riunisce produttori, trasformatori e distributori biologici comprese molte catene della Gdo), rievoca un aneddoto piacevole: “Un giorno, durante una riunione con i figli e con Fabio Brescacin, la signora Crespi disse che io parlavo come Steiner. Un complimento esagerato detto dalla persona che ha portato la cultura e i prodotti biodinamici in Italia. Oggi EcorNaturaSì, con oltre 500 punti vendita, è leader di mercato in Italia considerando anche la catena controllata Cuore Bio e Piacere Terra. È presente anche in Polonia, con 40 negozi, e in Spagna, con due punti vendita che aumenteranno nei prossimi anni. Grazie anche alla nuova società BiotoBio, frutto della fusione fra le catene Baule Volante e Finestra sul Cielo, controllata da EcorNaturaSì che prevede un’espansione importante sul mercato spagnolo, oltre che in quello italiano, rafforzando ancora di più la sua leadership”.
Fabio Brescacin, numero uno di EcorNaturaSì, ricorda così la signora Crespi: “Nel lontano 1979 la conobbi partecipando a un corso sulla biodinamica presso le Cascine Orsine. Fu lei a convincermi, grazie al suo carisma e alla sua autorevolezza, a tracciare la strada per il mio percorso professionale e imprenditoriale. Oggi, insieme alla società Alpa, la famiglia Crespi è il secondo socio di EcorNaturaSì: una famiglia seria, soci importanti e fedeli che credono nel progetto che stiamo portando avanti e che proseguirà anche dopo la morte della signora Crespi”. Brescacin non vuole commentare la notizia secondo la quale il suo terzo socio, l’imprenditore Renzo Rosso, abbia chiesto di gestire la catena e prendere la maggioranza della società. Rosso, che è un imprenditore di successo e che considera il bio “il lusso del cibo”, dopo il suo ingresso ha dato una marcia in più alla catena in termini di organizzazione, idee e vision. Sul fronte gestionale, però, Rosso e Brescacin sono agli antipodi: Rosso è l’imprenditore “self-made man” che ha costruito un impero e ama prendere decisioni in prima persona “business oriented”. Brescacin, invece, ama le gestioni condivise, un mondo fatto di cooperative, associazioni e fondazioni. E sarà proprio questo mondo quello che proseguirà l’espansione di EcorNaturaSì, tracciata da Giulia Maria Crespi. Nell’interesse del biodinamico e della cultura steineriana prima e del business poi. Non è escluso che nel prossimo futuro, per questi motivi, Renzo Rosso possa uscire dalla distribuzione alimentare, ma senza abbandonare il settore food & wine.
Paolo Dalcò