Arriva il plant-based digital chef

La startup Plant Jammer annuncia la chiusura di un round da 4,7 milioni di euro che servirà a sviluppare ulteriormente la tecnologia che crea ricette personalizzate
Arriva il plant-based digital chef

“Svuota il tuo frigo con ricette plant-based”. L’invito, che potrebbe benissimo essere assurto a motto o payoff, che campeggia in bella vista sul sito internet di Plant Jammer, rende benissimo l’idea su quale sia il focus della startup tedesca.

PIÙ INTELLIGENZA ARTIFICIALE, MENO SPRECO

Avevamo gia discusso di come l’automazione stia impattando il settore horeca, per quanto riguarda lo storytelling, il servizio in sala o addirittura come nel caso di McDonalds, nella prepazione del cibo.

Amazon ha applicato l’intelligenza artificiale al carrello della spesa. Plant Jammer invece, la applica al caro vecchio frigorifero, ribaltando completamente il paradigma della cucina casalinga da “Che ingredienti ho bisogno per questa ricetta?” a “Ho questi ingredienti, che ricetta posso fare?”

Inserendo nell’apposita app digital chef gli ingredienti presenti nel frigo e i propri gusti personali riferita a spezie, sapidità e altro, e le eventuali intolleranze, l’intelligenza artificiale elabora e propone i migliori piatti a base vegetale che è possibile preparare, contribuendo quindi considerevolmente alla riduzione dello spreco alimentare.

I COLOSSI CI CREDONO

Nel prossimo futuro vi sarà anche l’integrazione con gli smart fridges, che saranno sempre più parte integrante cucine moderne, in considerazione del fatto che il colosso tedesco degli elettrodomestici Miele ha partecipato all’ultimo round da 4,7 milioni di euro.

Christian Zangs, amministratore delegato di Miele Venture Capital, ha dichiarato infatti ad AgFunder News che Plant Jammer è stato testato insieme ai prototipi di elettrodomestici Miele IoT per la “cucina intelligente”. Descrivendo la combinazione di intelligenza artificiale e creazione di ricette della startup come “unica e funzionale”, Zangs ha aggiunto che il suo team si aspetta che la tecnologia sia “un pilastro fondamentale nella cucina connessa del futuro”.

Al round hanno partecipato anche un altro gigante tedesco Dr Oatker, che in Italia opera con il marchio Cameo, facente parte del direttivo di IBC  e il fondo sovrano Danese Vaekstfonden.

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