Le conserve sono sicuramente un settore “premiato”, se così si può dire, dalla pandemia Covid e dal cambiamento dei consumi che ne è derivato, e i risultati semestrali di La Doria rafforzano quest’affermazione. Se i conti del primo trimestre del gruppo campano avevano già messo in luce certe dinamiche, con il fatturato consolidato in crescita del 16% a quasi 214 milioni di euro, è con il secondo trimestre che i numeri decollano. Il duro lockdown di inizio primavera, dal quale si è usciti pian piano, ha significato un’accelerazione della crescita e l’incremento, rispetto allo stesso periodo del 2019, è diventato del 23% oltrepassando i 441 milioni di euro. Un risultato che potrebbe consentirebbe al gruppo di superare gli 800 milioni di ricavi nell’anno (717 milioni nel 2019).
L’incremento di ricavi è stato trainato dalla “forte crescita dei volumi”, ha sottolineato la società, per gli ordini in arrivo sia da clienti italiani sia da quelli esteri. Le vendite della controllata inglese Ldh, della quale è azionista di minoranza anche il Pastificio Di Martino, sono cresciute ancor di più del totale, salendo del 31% grazie alla forte attività di trading.
Scendendo alle linee di prodotto, la migliore performance è stata realizzata nell’area sughi (ex Althea) con un incremento del 30% circa dei ricavi, seguita dalle conserve rosse con un +21.7% della “Linea rossa”, dai legumi con +16.7% e dai succhi di frutta che chiudono con un +8.3 per cento. Per il trading di prodotti terzi l’incremento è stato un corposo +33.1 per cento.
L’EBITDA SALE DEL 46 PER CENTO
Anche la marginalità ha avuto un forte beneficio da questo incremento dell’attività, più che proporzionale rispetto alla crescita dei ricavi. Un risultato possibile, a detta della società, grazie ai più alti volumi di produzione e alla maggiore efficienza industriale frutto degli investimenti del piano quadriennale 2018/21. Il tutto nonostante l’incremento del prezzo di approvvigionamento di alcune materie prime e i più alti costi di trasformazione dei derivati del pomodoro rilevati durante la campagna dell’estate 2019, a causa delle sfavorevoli condizioni meteorologiche.
In questo contesto il risultato operativo lordo (ebitda) è cresciuto di oltre il 46% sul 2019 raggiungendo i 34,2 milioni di euro (7,7% dei ricavi), mentre il risultato operativo è salito del 60% a 26 milioni quasi e l’utile netto è più che raddoppiato a 25 milioni, anche grazie al buon favore dei cambi valutari. La posizione finanziaria netta migliora decisamente ed è ora negativa per 89.2 milioni di euro, rispetto ai -148 milioni registrati al 31 Dicembre 2019 (-107.2 milioni al 30 giugno 2019), “grazie alla positiva generazione dei flussi di cassa” ha detto la società, specificando che in questo valore sono inseriti anche 29.9 milioni di euro quale debiti per la potenziale acquisizione delle quote di minoranza della controllata inglese Ldh (La Doria) “in virtù del sistema di put e call options previsto dal vigente Shareholders’ Agreement”. Pertanto, i debiti finanziari gestionali ammontano a 59.3 milioni di euro.
INVESTIMENTI SUI SUGHI PRONTI E SULLA LOGISTICA INGLESE
Gli ottimi risultati de La Doria, frutto anche di un momento eccezionale che però non dovrebbe esaurire i suoi effetti col primo semestre dell’anno (secondo la società la propensione a consumare cibi a casa resterà alta anche nel futuro prossimo, e si rifletterà sul fatturato dell’intero 2020), sono dovuti anche al piano di investimenti 2018/21 da 138 milioni di euro destinato principalmente all’aumento della capacità produttiva nell’area sughi pronti al fine di far fronte alla crescente domanda da parte dei clienti e nell’area scatolificio per la produzione di contenitori metallici a supporto dello sviluppo commerciale anche nelle categorie dei derivati del pomodoro e dei legumi. In Inghilterra sta entrando in funzione il nuovo polo logistico “altamente automatizzato” che sarà a pieno regime nel 2021, in grado di ridurre ulteriormente i costi su un mercato che si fa sempre più competitivo.
FERRAIOLI: RAPPORTI SOLIDI CON LA GDO
“Questi risultati – ha commentato il presidente del gruppo Antonio Ferraioli – sono stati resi possibili anche grazie ai rapporti consolidati che La Doria ha saputo costruire negli anni con la grande distribuzione nazionale ed internazionale e al grosso sforzo profuso per soddisfare l’eccezionale picco di richiesta di merce da parte dei clienti e dei consumatori, che ci auguriamo potrà essere capitalizzato in futuro per un ulteriore consolidamento delle relazioni commerciali con i retailers che hanno fortemente apprezzato la nostra affidabilità”.