Il Rapporto Coop ai tempi del Covid

L’edizione 2020 mette in luce i nuovi stili di vita degli italiani, alle prese con la profonda crisi determinata dalla pandemia, che ha lanciato il digital e fatto (ri)scoprire i valori della casa e del cibo
Il Rapporto Coop ai tempi del Covid

Uno scenario economico e sociale profondamente segnato in Italia e nel mondo dalla pandemia, che ha provocato la più grande recessione dal secondo dopoguerra e induce le aziende alla massima cautela circa gli sviluppi e gli obiettivi a breve-medio termine. È quella delineato dall’edizione 2020 del “Rapporto Coop – Economia, consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani, presentato in anteprima a Milano. Un lavoro come sempre ricco di analisi statistiche e di spunti, realizzato con la collaborazione scientifica di Nomisma, il supporto di analisi di Nielsen e i contributi originai di Gfk, Gs1-Osservatorio Immagino, Iri Information Resources, Mediobanca Ufficio Studi, Npd, Crif e Tetra Pak Italia. E arricchito quest’anno da due survey denominate “Italia 2021: il Next Normal degli italiani”.

Guarda l’intervista a Marco Pedroni, Presidente Coop Italia

NUOVI STILI DI VITA

Secondo il Rapporto Coop 2020, gli italiani sono i più pessimisti d’Europa, registrando il più ampio peggioramento delle proprie condizioni di vita rispetto al 2019, con un Pil tornato al livello di metà anni ’90 e i consumi fuori casa arretrati di decenni. Allo stesso tempo, vola l’Italia dello smartworking (+770% rispetto al 2019), dell’egrocery (+132%), della digitalizzazione non solo nella sfera privata, ma anche nelle attività professionali, che genera una crescita stimata in questo segmento di mercato pari a circa 3 miliardi tra 2020 e 2021. Dal canto suo, la classe media mostra una fortissima resilienza e tra risparmi, rinvii e rinunce, è pronta a reggere l’impatto della crisi.

Guarda l’intervista ad Albino Russo, Direttore Generale Anca-Coop

Resta il fatto che la sensazione che emerge è quella che gli italiani vivano in una bolla, senza poter fare concreti progetti per il futuro e quindi rifugiandosi in “comfort zone” quali la casa, gli affetti familiari, il vicinato. Il digitale stimola una vita smart, ma rischia così di costringerci in bolle sociale e informative chiuse e autoreferenziali.

Da sinistra Albino Russo, Direttore Generale ANCC, Maura Latini, Amministratore Delegato Coop Italia e Marco Pedroni, Presidente di Coop Italia

CIBO SUPERSTAR, PURCHÉ QUALITÀ E ORIGINE ITALIANA

Altro trend da sottolineare riguarda il cibo, vero “rifugio” ai tempi del Covid 19. Solo il 31% dichiara di voler acquistare prodotti di largo consumo confezionato più economici (erano il 50% lo scorso anno). Dalla fuga dai fornelli registrata nel 2019, si è passati a un carrello che si riempie di ingredienti base (+28,5% in Gdo su base annua), di food confezionato, di cibo italiano, prodotti gourmet (+16,9%), etnici (+15,4%) e vegan (+6,9%), mentre calano i piatti pronti (-2,2%). E cresce l’attenzione ai temi della sostenibilità e della green economy.

L’ESTATE HA PREMIATO DISCOUNT E ECOMMERCE

E la Gdo? Nel periodo giugno-agosto 2020, il Discount ha messo a segno un balzo del +63%, seguita dal +48% dello shopping online. Senza dimenticare la performance eccellente del canale tradizionale (+28%). Profondo rosso per il canale Iper, che ha registrato un vero tracollo (-62% le superfici >4.500 mq). In generale, il discount, la mdd e i localismi saranno i “winner” del next normal alimentare. Innovazione, digitale e sostenibilità saranno invece i fattori critici della foodchain dei prossimi anni.

Maura Latini, Amministratore Delegato Coop Italia

Quanto a Coop Italia, l’AD Maura Latini e il Presidente Marco Pedroni hanno rimarcato l’impegno sui temi cari all’insegna: sostenibilità, etica, sostegno alle famiglie, bio, mdd. “Ripenseremo i nostri punti vendita seguendo le nuove necessità degli italiani: la scommessa non è offrire un servizio in più e mantenere lo status quo dell’offerta tradizionali, viceversa è rimettersi in gioco”, ha affermato Latini. Prevediamo di chiudere l’anno con un leggero aumento del fatturato (+1%) e dunque un valore superiore a 13 miliardi di euro nella sola parte retail”, ha concluso Pedroni.

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