Dicembre e gennaio sono considerati i mesi dell’alta stagione del burro, quelli durante i quali gli italiani ne acquistano tradizionalmente di più. Ma in questo anomalo 2020 la situazione è diversa; le vendite in Italia continuano infatti a crescere, ininterrottamente, da mesi. Secondo i dati diffusi da Assolatte, da ottobre 2019 a ottobre 2020 il mercato di questo derivato del latte nella Gdo ha registrato un +13,8% a volume e un +9,1% a valore, e ha visto crescere del 13% la frequenza d’acquisto.
Complessivamente, oggi questo mercato in Italia è arrivato a superare i 430 milioni di euro per un totale di 49,2 milioni di kg (stima Assolatte su dati Nielsen). Il burro viene acquistato da oltre 20,5 milioni di famiglie e ha raggiunto una penetrazione dell’82% su base nazionale.
GLI ITALIANI RISCOPRONO IL BURRO
La crescita registrata dal mercato del burro nel corso del 2020 è stata trasversale a tutte le aree geografiche e a tutti i canali distributivi. Il supermercato si conferma il canale preferito per l’acquisto di burro (con quasi il 39% dei volumi nazionali) e ha visto crescere le vendite a due cifre (+15,7% a volume), distanziando il discount, secondo canale d’acquisto, che è rimasto invece stabile (27,4% di quota totale).
A conferma della riscoperta qualitativa del burro da parte degli italiani c’è anche il fatto che la crescita registrata dalle vendite nel corso del 2020 è stata trasversale a tutti i segmenti del mercato, e non solo a quelli che già mostravano andamenti positivi (come il burro senza lattosio e quello biologico).
E’ stato proprio il burro tradizionale a registrare la migliore performance, guidando la crescita del mercato, con un +14,2% a volume e un +9,1% a valore. Un segmento che rappresenta il 93,4 delle quantità comprate e il 91,3% della cifra spesa per gli acquisti domestici di burro.
Un altro 4,5% del mercato totale a volume è rappresentato dal burro leggero/delattosato, che nel 2020 ha visto crescere a due cifre le vendite (+10% a volume e +11,1% a valore su base annua), e aumentare il parco acquirenti (2,4 milioni di famiglie).
Una piccola nicchia è quella del biologico che, a dispetto dei volumi ridotti (2,2% di quota a volume), ha visto salire in modo importante le vendite (+12% a volume).