Come cambieranno i consumi e i comportamenti d’acquisto durante la dolorosa convivenza con l’emergenza Covid-19? E il mondo della ristorazione sarà in grado di rimettersi in piedi e tornare ai livelli pre-crisi? Sono interrogativi ai quali nessuno per ora è in grado di dare una seppur vaga risposta.
L’EY future consumer index, tuttavia, ha provato a offrire una prospettiva diversa attraverso cui valutare, su scala nazionale e internazionale, quali cambiamenti avranno una durata temporale legata alla crisi aperta dalla pandemia e quali, invece, potranno essere le ripercussioni che influenzeranno i consumi nel lungo periodo.
Lo ha fatto prendendo in esame i mesi che vanno da aprile a ottobre 2020 e occupandosi di 20 Paesi: dall’Italia agli Stati Uniti, dal Canada al Brasile, passando, tra gli altri, per Regno Unito, Francia, Germania, Giappone, Australia e Nuova Zelanda.
IMPATTO SENZA PRECEDENTI SUI CONSUMI ITALIANI
Dall’indagine emerge in primis come il Covid-19 abbia avuto un impatto senza precedenti nell’atteggiamento di consumo degli italiani. Il 71% del campione preso in considerazione ha già cambiato le proprie modalità di acquisto e il 53% la tipologia di prodotti acquistati. In un quadro di costante preoccupazione, economica e sanitaria, rischia inevitabilmente di farne le spesa anche il comparto dell’horeca. In Italia, per esempio, il 38% degli intervistati considera un’esperienza che causa disagio anche soltanto il recarsi al bar, mentre il 37% pensa che non frequenterà più i ristoranti con la stessa spensieratezza che contraddistingueva l’out of home fino a un anno fa.
Il dato globale relativo a questa tipologia di consumi è ancor più scoraggiante, se si pensa che, a livello internazionale, la frequentazione dei bar è considerata motivo di disagio per il 57% del campione, quasi alla pari dell’utilizzo dei mezzi pubblici e dell’andare al cinema, considerate le esperienze meno “rilassanti”.
CALA IL DESIDERIO DI PROVARE PRODOTTI NUOVI
Tra le tendenze preponderanti c’è inevitabilmente lo spostamento sempre più consistente verso l’acquisto online di prodotti in precedenza comprati in negozio. Ma, tra il 45% di chi fa la spesa da casa, quasi la metà ha dichiarato di provare ora meno nuovi prodotti di quanto fosse solito fare nell’esperienza di acquisto all’interno del punto vendita.
ACQUISTI PIANIFICATI E MENO VISITE AL SUPERMERCATO
In Italia, paradossalmente, la grande distribuzione sembra sotto certi aspetti aver accusato più il colpo. Il 55% delle persone interpellate ha spiegato di preferire i negozi più piccoli per semplici acquisti quotidiani piuttosto che ricorrere ai consueti supermercati, evidentemente considerati più a rischio a causa del maggiore affollamento. Per la stessa ragione, il 56% ha dichiarato di pianificare in anticipo e prediligere grandi acquisti alimentari piuttosto che acquistare più frequentemente. Tra le le categorie di consumo dove si spenderà di più in futuro, tuttavia, sembra resistere il cibo fresco, assieme ai viaggi, alle attività all’aperto, oltre a fitness, vestiti e scarpe.