Ecco com’è cambiato il Largo consumo italiano nel 2020

Il successo dell'e-commerce e dei discount, nuovi prodotti nel carrello, una maggiore sensibilità ai prezzi e la frammentazione delle vendite sono tra le tendenze chiave emerse quest’anno
Ecco com’è cambiato il Largo consumo italiano nel 2020

Il Largo consumo italiano ha registrato nel 2020 una crescita di tre volte superiore rispetto al 2019, con un aumento delle vendite a valore del +4,3%, pari a 4 miliardi di euro di fatturato in più. Questo è quanto emerge dall’ultima indagine retail di Nielsen.

Il trend di crescita è il più alto dell’ultimo decennio, e ha raggiunto il suo culmine a marzo quando le vendite hanno registrato picchi del +20%. Nel corso dell’anno, il Largo consumo ha tratto vantaggio da nuovi trend e priorità dei consumatori nati a seguito della pandemia da Covid-19.

A questo proposito, Nielsen ha individuato cinque trend principali che hanno contribuito al cambiamento del Largo consumo italiano nel 2020.

LA CRESCITA DEI DISCOUNT

Con il calo della domanda di bar e ristoranti e l’impossibilità per i consumatori di percorrere lunghe distanze, i negozi che si sono dimostrati più adatti alle nuove esigenze di acquisto sono stati quelli con buona posizione e buon assortimento. Nel corso del 2020, grandi ipermercati e cash & carry hanno sofferto maggiormente, registrando rispettivamente trend negativi del -8,9% e -19,2%, mentre discount, specialisti drug, supermercati e superette hanno registrato performance in crescita al di sopra della media del mercato.

Largo consumo
I trend di consumo per canale (Fonte: Nielsen Trade*Mis)

I discount, in particolare, hanno tagliato un traguardo importante nel 2020: il loro fatturato medio per metro quadro ha raggiunto i 5.800 euro, quasi pari ai 5.860 euro totalizzati dai supermercati.

Nel 2020, le vendite dei discount sono cresciute dell’8,1%; il secondo dato più alto se comparato a quello dei principali paesi dell’Europa occidentale, nonché un trend decisamente superiore alle media di settore, che vede una crescita del 4,3%. Il connubio tra prezzi competitivi, che hanno spinto i consumatori a comprare nei discount dall’inizio della crisi europea di dieci anni fa, e una chiara modernizzazione di assortimento e offerta ha portato il canale a crescere costantemente, moltiplicando la sua quota di mercato e la sua presenza sul territorio nazionale. Questo successo è dovuto alla sempre maggiore attenzione ai prezzi da parte dei consumatori, cresciuta ulteriormente con la crisi Covid-19” – afferma Romolo De Camillis, direttore retailer di Nielsen Italia.

IL BOOM DELL’E-COMMERCE

Garantendo maggiore comodità e sicurezza ai consumatori, il canale e-commerce ha registrato una crescita esponenziale nel 2020: +117% rispetto allo scorso anno, (28 volte superiore alla crescita dei canali fisici), con un contributo alla crescita del +13% nelle categorie alimentari e del +21% nelle categorie di cura casa e persona.

I servizi di home delivery e click & collect hanno visto un incremento nelle vendite di prodotti del largo consumo confezionato rispettivamente di oltre 500 e 100 milioni, mentre si sono ampliate le aree geografiche coperte da servizi online: +30% i punti vendita che hanno adottato servizi di click & collect/locker e drive-in, +24% i Cap coperti da servizi di Home Delivery.

La pandemia ha spinto molti consumatori ad acquistare online e a porre fiducia in questo canale. Allo stesso tempo, i retailer hanno migliorato e riadattato la loro offerta, investendo in strategie specifiche per l’e-commerce. Dopo il boom di quest’anno ci aspettiamo che il canale continui a crescere, anche se a un ritmo più lento, e che sempre più consumatori decidano di optare per l’e-grocery anche dopo la pandemia” – sottolinea De Camillis.

FRAMMENTAZIONE DELLE VENDITE

Durante il 2020, si è inoltre assistito a un cambiamento nei luoghi di consumo. C’è chi ha lavorato da casa, chi si è spostato di meno, chi è tornato nella propria città di origine e chi ha preferito rimanere nelle seconde case. Tutto ciò ha fatto sì che i negozi nelle aree a bassa urbanizzazione siano cresciuti più velocemente (+6,7%) rispetto a quelli situati nelle grandi città (+0,3%).

Così come la popolazione è più frammentata, anche il mercato lo è. Nel 2020 si è potuto osservare un cambiamento delle dinamiche competitive tra i negozi: mentre nel 2019 i negozi con performance più alta sono stati anche quelli con crescita maggiore, nelle settimane d’emergenza del 2020 sono stati quelli con performance minore a registrare il trend di crescita più alto. Soprattutto nel periodo di lockdown, i consumatori hanno scelto i negozi più comodi e vicini; non quelli in cui erano soliti recarsi.

NUOVI PRODOTTI NEL CARRELLO

La pandemia ha portato con sé nuove esigenze e priorità, che si sono rispecchiate nei prodotti acquistati dai consumatori: gli ingredienti per la cucina casalinga (il cosiddetto paniere dei “Cuochi a casa”), le bevande alcoliche e i prodotti di igiene e salute sono stati i preferiti dagli italiani nel 2020.

Largo consumo
I trend di consumo per categoria di prodotto (Fonte: Nielsen Trade*Mis)

LA SENSIBILITÀ AI PREZZI È TORNATA

A fronte di prospettive lavorative ed economiche poco chiare, i consumatori italiani hanno ricominciato a porre maggiore attenzione ai prezzi. Dall’inizio dell’anno, gli italiani sono stati più propensi a scegliere le private label, che sono infatti cresciute del +9,3%, incrementando così la loro quota di mercato nel Largo consumo (28,4% vs. 27,8% del 2019).

La sensibilità ai prezzi dei consumatori si evidenzia anche nella scelta dei negozi: dopo la fine del primo lockdown, sono diminuiti del 3% gli acquisti nei punti vendita con indici di prezzo più alti, mentre i negozi con prezzi relativamente più bassi hanno riacquistato popolarità (+0,4%).

LE PREVISIONI PER IL 2021

Per il 2021, ci aspettiamo che il Largo consumo registri un andamento leggermente negativo a confronto del 2020 (circa -2,4%), anno caratterizzato da una crescita atipica. Mentre nel 2020 i consumi fuori casa si sono trasformati in consumi at home, entro il 2021 ci aspettiamo che l’andamento del canale Horeca torni a normalizzarsi, traducendosi in una leggera diminuzione delle vendite per la Gdo. Tuttavia, passato l’effetto 2020, ci aspettiamo che il mercato si riprenderà nel 2022 (all’incirca del +2,6%)” – conclude De Camillis.

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