In un contesto in cui l’indice provvisorio dei prezzi al consumo di novembre registra di nuovo un mese di inflazione negativa (-0,2% su base annua), l’ultima analisi di Federdistribuzione sui consumi nella distribuzione moderna evidenzia una crescente attenzione alla convenienza e un atteggiamento prudente. Il che è testimoniato anche dal basso livello di fiducia dei consumatori, che ha subito un nuovo arretramento in particolare nella componente del sentiment economico.
“L’aumento tendenziale del +1,5% del carrello della spesa, registrato dall’Istat, è sostenuto in parte dall’andamento dei prezzi dei prodotti alimentari non lavorati (al +3,2%), che comunque rallentano rispetto al +3,5% di ottobre; in particolare per la componente ortofrutta” – sottolinea Carlo Alberto Buttarelli, direttore relazioni con la filiera e ufficio Studi di Federdistribuzione. “Questi valori, pur in diminuzione, restano su livelli elevati per via degli aumenti registrati nei mesi precedenti, quando oltre all’esplosione della domanda su alcuni prodotti e una scarsità produttiva su altri si scontavano anche i costi a carico dei produttori per fronteggiare l’emergenza sanitaria”.
Sui prodotti alimentari lavorati “si registra invece un leggero incremento del +0,7%. Inoltre è importante segnalare che sull’aumento dei prezzi registrato dall’Istat, che si discosta dai dati registrati dalla Distribuzione moderna che risultano più contenuti, ha un peso significativo la limitazione al movimento delle persone. In tanti non hanno beneficiato dell’accesso alle superfici di vendita più grandi, che notoriamente consentono acquisti con più occasioni di convenienza” – afferma Buttarelli.