In un mercato delle paste speciali che sfiora i 92 milioni di euro (+0,3%), ma cala a volume (-1,9%), attestandosi sui 39,6 milioni di kg, il segmento integrale si conferma non solo quello nettamente più importante, ma anche l’unico a proseguire nel suo percorso di crescita. Farro e kamut chiudono in rosso l’anno terminante a settembre, non riuscendo a invertire il trend negativo, anche se il kamut performa meglio rispetto all’anno precedente. Sul fronte dei canali distributivi, i supermercati mettono a segno un ottimo +3,8% a valore, assorbendo quasi la metà delle vendite, mentre gli iper sono in difficoltà (-8,4% a volume).
BENESSERE E ORIGINE I VALORI VINCENTI
Da questa tipologia di pasta i consumatori si attendono elevate performance in termini di qualità, salute e benessere. Soprattutto in questa categoria, è sempre più forte l’orientamento verso prodotti frutto di filiere corte, biologici, realizzati con grano 100% italiano: insomma, l’origine è un valore quasi imprescindibile. Allo stesso tempo, le aziende continuano a investire anche sugli aspetti sensoriali di un prodotto in passato penalizzato dal gusto. L’obiettivo è allineare le qualità organolettiche della pasta integrale a quelle della pasta di semola base.
HEALTHY FA RIMA CON ECO-FRIENDLY
Al di là degli investimenti sul prodotto, un fil rouge nelle strategie dei player di questa categoria è senza dubbio rappresentato dalla forte attenzione alla sostenibilità, che si traduce nella scelta di packaging a basso impatto ambientale. Un trend che mette in primo piano gli imballi in carta, materiale riciclabile e compostabile, e segna il progressivo abbandono, totale o parziale, della plastica. Tra i numerosi esempi, possiamo citare il progetto “A misura d’ambiente” di Colussi, la Pasta Armando di De Matteis Agroalimentare, la pasta Hammurabi di Entroterra.