Come da programma, dopo la chiusura del round C da 85 milioni di dollari al quale ha partecipato anche Jeff Bezos, la startup cilena NotCo è sbarcata in America. Da Whole Foods per la precisione, dove ha introdotto il suo latte plant-based.
LATTE INTELLIGENTE
Benché il prodotto che più incuriosisca i consumatori sia la plant-based mayo, al momento a scaffale è arrivato solo il latte, sviluppato da ‘Giuseppe’, che non è un tecnologo alimentare di origine italiana, ma un sofisticato sistema di intelligenza artificiale.
A differenza di molti produttori di alternative al latte, a base di mandorla o avena, si può affermare che NotCo abbia un approccio completamente “foodtech oriented”.
È Giuseppe infatti che sviluppa le formulazioni dei prodotti della startup, che, nel caso del NotMilk, includono piselli, cavolo e ananas.
“Nel caso del NotMilk, l’insolita combinazione di ananas e cavolo apporta lo stesso gusto del latte vero” ha affermato a Business Insider il CEO della startup, Matias Muchnick.
UN MERCATO IN CRESCITA
Sempre Muchnick ha poi aggiunto: “Sempre più consumatori desiderano includere prodotti più sani e sostenibili nella propria dieta, ma alle attuali alternative al latte manca qualcosa, che sia l’aspetto, il sapore o la consistenza. NotMilk invece le possiede tutte”.
Come già avvenuto per i sostituti delle carne, infatti, anche nel mercato del plant-based dairy, che dovrebbe raggiungere i 7 miliardi di valore entro il 2030, il poter replicare alla perfezione le caratteristiche organolettiche e nutrizionali di latte e latticini giocherà un ruolo importante, per non dire determinante.
E L’ITALIA?
Per quanto riguarda l’Italia, abituata da anni ai sostituti del latte, è plausibile che l’ingresso sul mercato del plant-based milk sarà verosimilmente meno “traumatico” di quello della carne vegetale.
Un nome da tenere d’occhio? La startup inglese Devon Garden.