Adesso… pasta!

Negli ultimi mesi il cibo più amato dagli italiani si è confermato come l’assoluto protagonista delle cronache, e non solo di quelle agroalimentari
Adesso… pasta!

Nel bene o nel male, “il cibo più amato dagli italiani” trova sempre il modo di far parlare di sé. Che si tratti di filiera, di grano, di formati o di packaging, la pasta trova sempre il modo di essere sotto i riflettori.

AGLI ITALIANI PIACE… LA PASTA

La pandemia ha confermato, casomai ce ne fosse bisogno, l’amore degli italiani per la pasta, divenuto un vero e proprio bene rifugio durante il Covid.

…E ANCHE AGLI AMERICANI

In mezzo alle turbolenze derivate dai nuovi dazi imposti dall’ormai ex Presidente Trump, anche negli Stati Uniti la pasta ha fatto registrare ottime performance.

AGLI ITALIANI PIACE… RIGATA

Tra i tanti dubbi, il Covid ci ha dato anche un’altra certezza. Gli italiani odiano le penne lisce. Nei primi giorni della pandemia, infatti, con i supermercati presi d’assalto, le penne lisce sono rimaste mestamente sugli scaffali vuoti.

AGLI ITALIANI PIACE… FATTA IN CASA

Agli scaffali presi d’assalto, con razzia di farine e lievito, ha fatto seguito ovviamente anche un aumento della panificazione casalinga e della pasta fresca fatta in casa.

AGLI ITALIANI PIACE… GRANDE

Il 2020 ha visto la nascita del Movimento Grandi Minuti, la geniale iniziativa lanciata dall’agenzia di stampa Hub09 rivolta ai produttori di pasta, ai quali viene chiesto di indicare i minuti di cottura scritti in grande sulle confezioni, vero cruccio per ogni italiano. Chi ha aderito finora? Fabianelli e Garofalo.

AGLI ITALIANI PIACE… INTEGRALE

L’anno appena concluso ha registrato anche una crescita importante nel comparto della pasta integrale.

AGLI ITALIANI PIACE… POLITICA

Citazione finale, e d’obbligo, per la polemica, per certi versi assurda, delle Abissine de La Molisana, che ha imperversato sui social fino a pochi giorni fa. A tal proposito Rossella Ferro, responsabile marketing del pastificio, ha dichiarato a “La Repubblica”: “Non abbiamo alcun intento celebrativo quando parliamo di questi formati storici, nati negli anni ’30. E infatti abbiamo appena provveduto a cambiare le schede descrittive dei prodotti. Siamo molto attenti alla sensibilità dell’opinione pubblica e in questo caso l’unico errore è stato non ricontrollare tutte le schede affidate all’agenzia di comunicazione. E invece è la conferma che non si può perdere di vista nemmeno un dettaglio. Ribadisco che per noi non c’è alcun sentimento di celebrare quel periodo storico”.

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