Non chiamatela panna. Lo scorso ottobre il Parlamento Europeo ha sancito la possibilità di definire veggie burger o salsicce veg i sostituti vegetali della carne, mentre ha vietato l’uso di analoga denominazione per i prodotti a base latte.
Definizioni a parte, queste referenze riscuotono successo crescente presso i consumatori, che hanno chiaro il loro uso alternativo agli omologhi dairy.
In particolare, per quanto riguarda panna e besciamella, i sostituti a base vegetale non sono acquistati solamente dai vegani. Le caratteristiche di queste referenze e il loro uso le rendono infatti sempre più apprezzate da un vasto insieme di acquirenti con esigenze differenziate, che si possono ricondurre prevalentemente alle tematiche della salute.
LA CONFERMA DEI NUMERI
I dati a nostra disposizione, anche se non omogenei per la difficoltà intrinseca nella definizione del prodotto, convergono nel confermare questo successo.
Vediamo quindi che, nell’anno terminante a novembre, i sostituti 100% vegetali della panna a temperatura ambiente (da montare e da cucina) crescono a valore dell’8% (tot. Italia, i+s+lsp).
Alcuni segmenti in particolare si rivelano particolarmente performanti. Tra questi spicca l’alternativa alla panna da montare Uht, introdotta recentemente a portafoglio da diverse aziende che, nel periodo gennaio-agosto 2020, rappresenta l’82% del mercato dei prodotti da montare a temperatura ambiente (fonte Iri, I+S+Lsp). Per quanto riguarda invece la besciamella a base vegetale, nell’a.t. 22 novembre 2020, i volumi di vendita crescono del 19,57% (fonte Nielsen, tot. Italia).
LE ALTERNATIVE SONO PLURALI
Le scelte delle imprese, confermano e assecondano questo trend, ma lo fanno, è importante chiarirlo, in maniera molto differenziata, perché, mentre per i prodotti tradizionali si parla di un alimento univoco, la cui origine è ben chiara, per i sostituti vegetali la varietà e la vastità dell’offerta spazia notevolmente. Sono quindi comprese in questo insieme referenze molto sofisticate e orientate prevalentemente alla performance chimico-fisica, come la tenuta del prodotto “montato”, ma anche prodotti con liste di ingredienti più semplici, orientate maggiormente al salutismo.
In ogni caso, spicca su tutti il plus del free from, a partire naturalmente dal “senza latte”, per proseguire con un più specifico “senza lattosio”, ma anche “senza glutine”, “senza olio di palma” o “senza zucchero”.
Il punto è che oggi, grazie alle tecnologie produttive e alle richieste del mercato, è giunto il momento di offrire, anche in questo segmento, prodotti di alto livello, capaci di unire realmente gusto e salute, senza compromessi.