Anche il mercato dell’olio extravergine di oliva può essere a basso impatto ambientale e l’impegno a tuttotondo di Carapelli Firenze ne è una dimostrazione.
L’azienda fiorentina, con oltre 120 anni di esperienza nell’arte olearia, ha stilato e attivato un Protocollo di sostenibilità ispirato ai 17 Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite, per promuovere un cambiamento produttivo e culturale a lungo termine, a partire dal presente.
“Da un lato sta diventando sempre più importante per il consumatore acquistare prodotti green, dall’altro è urgente per il Pianeta un cambio di rotta che punti allo sviluppo sostenibile”, ha spiegato Anna Cane, Scientific&Public Affairs di Carapelli Firenze S.p.A. e Presidente Gruppo Olio d’Oliva ASSITOL, durante una digital conversation sul futuro della filiera dell’extravergine, organizzata da Carapelli.
“L’industria si trova al centro tra i nuovi bisogni del consumatore e il mondo delle materie prime, nel nostro caso quello olivicolo, un comparto che si sa adattare, ma la cui produzione in veste green deve essere valorizzata”.
Il settore industriale per senso di responsabilità, dovrebbe cercare di fornire tutte le informazioni e il supporto necessari agli olivicoltori per produrre a basso impatto ambientale e l’impegno di questi ultimi andrebbe giustamente remunerato dal consumatore quando acquista prodotti green.
“Non ci si salva da soli – ha aggiunto Cane-. La filiera produttiva sostenibile richiede sia il coinvolgimento degli attori dell’agricoltura, dell’industria e della distribuzione sia la corretta comunicazione dei valori, dei contenuti e dalla qualità racchiusi in questo tipo di produzione meno impattante sull’ambiente”.
IL PROTOCOLLO DI SOSTENIBILITÀ
Per agire in modo strutturato, Carapelli Firenze ha messo a punto un Protocollo di sostenibilità seguendo le linee guida dei Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite, la cui implementazione e osservanza è certificata dell’ente internazionale Intertek. Si basa su quattro principi cardine di sostenibilità: sociale, legata agli aspetti della formazione e del supporto diretto alle piccole associazioni di coltivatori; economica, che riguarda gli accordi di fornitura a lungo termine per garantire profittabilità delle attività dei coltivatori; ambientale, cioè gestione e conservazione del territorio e delle risorse idriche nonché dell’efficienza energetica e della biodiversità; qualitativa, ovvero della sicurezza alimentare e della gestione degli interventi agrochimici.
In questo quadro si inserisce il progetto Il Frantolio, l’olio extravergine di oliva capostipite della gamma Carapelli e rappresentante della tradizione olearia di marca per circa 3 milioni di famiglie italiane, che si è rinnovato con una certificazione di agricoltura sostenibile. “Le bottiglie hanno una nuova identità grafica – ha sottolineato Roberto Sassoni, Head of Business Unit Italia Carapelli Firenze -, che mette in risalto il certificato da produzione sostenibile e il QR code, grazie al quale il consumatore può avere accesso alle informazioni di sostenibilità. Ci siamo dotati di un Protocollo ampio e rigido che vorremmo diventasse un riferimento per la gestione sostenibile di tutte le attività di produzione di olio extra vergine di oliva: dalla parte agricola, ai frantoi, al confezionamento, coinvolgendo tutti gli operatori della filiera”.