Rigamonti risponde alle accuse di Rai 3

Il salumificio del gruppo Jbs si difende dalle accuse di Rai 3 sull'illegalità degli allevamenti bovini per la produzione della bresaola Igp
Rigamonti risponde alle accuse di Rai 3

Lo scorso 8 febbraio, nella puntata di Presa diretta in onda su Rai 3, la redazione ha offerto una panoramica approfondita sulla produzione di carne bovina in Brasile, i legami con la deforestazione dell’Amazzonia e il ruolo dei Paesi europei in queste dinamiche.

È emerso che il maggiore produttore di carne al mondo, la Jbs acquista bestiame da aziende apparentemente operanti legalmente, ma che effettivamente si riforniscono da allevamenti che alimentano la deforestazione illegale, aggirando così le leggi contro la distruzione della foresta. Sempre secondo quanto riportato dal servizio televisivo, la Jbs avrebbe direttamente acquistato bovini allevati in aree in cui l’allevamento è proibito.

LA REPLICA DI RIGAMONTI

Finisce, quindi, nel mirino anche Rigamonti, accusata di importare grandi quantità di carne per la produzione di bresaola della Valtellina Igp. Lo storico salumificio del gruppo Jbs ha risposto inviando delle repliche, pubblicate sulla pagina Facebook del programma di Rai 3.

bresaola

Nel 2019” – spiega Rigamonti –“abbiamo importato 9.150 tonnellate di carne dal Brasile, pari al 75% della nostra produzione di bresaola, in linea con le importazioni dell’intero comparto. Abbiamo selezionato 23 macelli brasiliani autorizzati all’export in Ue (su oltre 60 autorizzati) che si approvvigionano da 1.300 allevamenti aderenti al Sisbov (sistema di identificazione e tracciabilità degli animali), nel rispetto del disciplinare Rigamonti. Li abbiamo selezionati in base a criteri incrociati (sistemi di geomonitoraggio dei fornitori, database ecc.) per ridurre al massimo il rischio di imbatterci in pratiche illegali. A ciò aggiungiamo, come ulteriore garanzia, nostri controlli e di enti terzi con visite sul campo in Brasile”.

UNA ‘GUIDA’ PER I CONSUMATORI

E ancora: “Per la bresaola con carne 100% italiana, frutto del nostro accordo con Coldiretti, l’origine è certificata e riportata in etichetta. È allo studio una ‘carta delle bresaole’ per informare il consumatore e metterlo in condizione di scegliere e apprezzare pienamente le varie qualità e le caratteristiche delle Bresaole Rigamonti in base alle razze bovine e alla loro provenienza. I consumatori potranno in questo modo scegliere consapevolmente quale prodotto e quale origine preferiscono”.

L’azienda ha inoltre precisato che affermare che l’industria brasiliana non sia tenuta a rispettare protocolli e standard stabiliti dall’Ue non è esatto. Infatti, gli stabilimenti brasiliani che esportano in Europa devono soddisfare i requisiti previsti dalla normativa Ue (tra questi i Regolamenti Ce 852/2004, 853/2004, 854/2004, 178/2002, 2073/2005).

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