È un circolo virtuoso quello legato alle oltre duecento industrie aderenti a Centromarca, che generano 73 miliardi di valore condiviso per la filiera del largo consumo e per il Paese: benefici per fornitori e partner commerciali, aumento del prodotto interno lordo, crescita dell’occupazione e aumento del gettito fiscale per lo Stato.
Investimenti strategici che creano crescita economica, benessere delle famiglie e qualità dello sviluppo, sempre più orientato alla sostenibilità ambientale e sociale.
Il quadro emerge dalle indagini redatte da Althesys Strategic Consultants e dal dipartimento di Economia aziendale dell’Università Roma Tre, appena presentate in web conference per ovviare alle limitazioni legate all’emergenza sanitaria.
SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
Il 74% delle industrie aderenti a Centromarca – Associazione Italiana dell’Industria di Marca, a cui fanno riferimento circa 200 tra le più importanti industrie operanti nel settore dei beni di largo consumo – rende pubblica la sua attività nel campo della sostenibilità ambientale, sociale ed economica. “Il 57% di queste aziende diffonde un bilancio di sostenibilità -osserva Carlo Alberto Pratesi, professore di marketing, innovazione e sostenibilità dell’Università Roma Tre e referente della ricerca -: è una percentuale rilevante, considerando che in Italia lo fa solo il 19% delle imprese (dato Istat, basato su dichiarazioni)”.
Sul fronte ambientale il 72% delle industrie di marca, che documentano pubblicamente la loro attività, ha messo in atto azioni per l’approvvigionamento responsabile delle materie prime; il 69% per il contenimento dei consumi energetici e/o il ricorso a fonti rinnovabili; il 56% per l’utilizzo responsabile della risorsa idrica; il 55% per la riduzione di sprechi/rifiuti; il 50% per la riduzione/riciclo degli imballaggi. In area economico aziendale, inoltre, il 42% delle industrie di marca ha all’attivo iniziative di formazione/aggiornamento del personale; il 43% per le quote rosa; il 42% per la prevenzione infortuni; il 37% per incrementare l’occupazione.
SOSTENIBILITÀ SOCIALE
L’area sociale non rimane indietro. Il 61% delle industrie di marca destina risorse economiche alla comunità e ai territori.
Nel 2020, anno particolare a causa del dilagare del Covid-19, secondo le stime elaborate da Centromarca, circa 53 milioni di euro sono stati destinati dalle industrie associate a donazioni economiche, acquisto di attrezzature medico-scientifiche, forniture gratuite di materiali ad alto consumo per sostenere ospedali, enti e istituti di ricerca impegnati nell’assistenza ai malati e nelle attività di studio per contribuire a contrastare l’emergenza sanitaria, che in Occidente ha colpito per prima l’Italia e poi gli altri Paesi.
VALORE CONDIVISO
Le industrie aderenti a Centromarca rappresentano un rilevante generatore di valore condiviso per la filiera grocery del largo consumo e per l’Italia. Si tratta di una cifra non secondaria: 73,1 miliardi di euro, ovvero il 4% del Pil 2019.
“Il comparto alimentare – commenta Alessandro Marangoni, amministratore delegato di Althesys Strategic Consultants – genera 28 miliardi di euro di valore condiviso (38,3% del totale), 11,7 miliardi di contribuzione fiscale e oltre 290mila posti di lavoro, distinguendosi per il valore creato nelle fasi a monte della filiera, cioè per i fornitori, ed evidenziando lo stretto rapporto tra l’industria di marca e le filiere agricola e zootecnica. Il 49% del valore generato nella fase di distribuzione e vendita è per la moderna distribuzione, dove passano i maggiori volumi. L’industria di marca italiana è un motore di sviluppo per l’intero sistema economico, che crea ricchezza e benessere ben oltre i confini delle imprese”.
Il valore condiviso è un concetto che unisce l’aspetto di sostenibilità ambientale, economica e di responsabilità sociale. A fronte di investimenti mirati la capacità della marca di creare valore condiviso contribuisce quindi al rilancio dell’Italia.