Il bilancio 2020 di Granarolo

Il gruppo reagisce all’impatto economico della pandemia: fatturato a 1,28 miliardi di euro (-3% rispetto 2019), Ebitda a 78,5 milioni (+8%), e risultato netto 15,8 milioni (+19%)
Il bilancio 2020 di Granarolo

In un anno complesso come il 2020, il gruppo Granarolo ha confermato una forte resilienza, mantenendo gli obiettivi di redditività previsti a budget. A confermarlo è il bilancio d’esercizio appena approvato, che mostra come il fatturato consolidato si attesti a 1.280 milioni di euro in diminuzione del 3% rispetto al 2019. La variazione del fatturato a perimetro costante e al netto dell’effetto cambi, pari a -3,1%, deriva principalmente dall’effetto della riduzione delle vendite nel canale Normal Trade e Food Service, sia in Italia sia in altri paesi in cui il gruppo è presente. In conseguenza della pandemia è stata infatti registrata una riduzione significativa di volumi e ricavi, non totalmente compensata dall’incremento registrato nel canale Gdo.

I cambiamenti sociali imposti dalla “nuova normalità” hanno infatti penalizzato i consumi fuori casa – il canale ha perso il 40,7%, e Granarolo il 25-30% in media, con picchi del -80% da marzo a maggio – a favore dei consumi domestici attraverso un cambiamento del mix di spesa che ha privilegiato soprattutto i prodotti commodity a shelf life più lunga (latte esl – fino a 30 giorni di durata e latte UHT a lunga conservazione) oltre agli ingredienti (uova, formaggi, mascarpone, ecc.).

I RISULTATI CONSOLIDATI DI GRANAROLO NEL 2020

Le vendite di Granarolo sono tradizionalmente concentrate in Italia, (66,8% dei ricavi). La percentuale di vendite in Europa, pari al 28,2% dei ricavi, è aumentata dell’1% mentre le vendite sui mercati extra europei, pari al 4,9% dei ricavi, sono in diminuzione del 10,9%. Sui mercati esteri il fatturato raggiunge il 33% del totale, confermando una ripartizione stabile rispetto all’esercizio precedente.

  • L’Ebitda del gruppo si è attestato a 78,5 milioni di euro, pari al 6,1% dei ricavi, in miglioramento rispetto al 2019 di 5,8 milioni di euro (+ 8%);
  • Il risultato operativo (EBIT) si attesta a 28 milioni di euro, pari al 2,2% dei ricavi di vendita;
  • Il risultato netto dell’esercizio registra un utile pari a 15,8 milioni di euro;
  • La Posizione Finanziaria Netta si attesta a 164 milioni di euro, con un incremento di 2,6 milioni di euro rispetto allo stesso dato al 31 dicembre 2019.

Il Cda ha proposto all’assemblea degli azionisti la distribuzione di un dividendo pari a 12,5 milioni di euro.

LA RESILIENZA DEL GRUPPO E LE PROSPETTIVE DEL POST COVID

Nel corso del 2020 il nostro gruppo, che opera in un settore non facile in termini di marginalità media e con costi di logistica significativi, ha reagito con tempestività alla nuova situazione di mercato determinata dalla pandemia e dalle forti restrizioni connesse” – dichiara Gianpiero Calzolari, presidente di Granarolo. “Abbiamo agito per garantire da subito la salute delle persone, la produzione di beni essenziali come latte e derivati, la parziale riconversione sull’e-commerce del nostro network logistico operante sull’horeca, e il sostegno alle comunità maggiormente colpite dal virus. Nonostante la contrazione delle vendite del latte fresco derivante dalla chiusura di bar e scuole, Granarolo si è impegnata a raccogliere tutto il latte prodotto dagli allevatori italiani della filiera Granlatte e da altri allevatori fuori filiera rimasti in difficoltà, nella consapevolezza dell’importante ruolo svolto dalla cooperativa in Italia”.

L’obiettivo ora è di “restituire agli azionisti e agli agricoltori il maggior valore aggiunto che deriva dalla qualità delle produzioni e dall’efficienza dell’organizzazione. La chiusura di questo bilancio è in linea con quest’assunto, in un anno imprevedibile. La piena ripresa, una volta che il piano vaccinale avrà sortito i suoi effetti, desta comunque qualche preoccupazione. Le stime ISTAT infatti parlano di molte famiglie in difficoltà, un PIL che scende e un terzo degli esercizi (bar, ristoranti ..) che non riapriranno più” – conclude Calzolari.

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