Dopo la recente apertura del mercato cinese alle varietà da risotto del riso italiano, ora tocca “ad altri prodotti a base di carne suina e bovina”, anche tramite l’aumento, con ispezioni anche telematiche, del “numero degli stabilimenti autorizzati alle esportazioni”. A dichiararlo è il presidente di Assica, Nicola Levoni (nella foto), che si dice certo che “tutti i dicasteri interessati, dal ministero della Salute alla Farnesina, alle Politiche Agricole, profondano sforzi quotidiani per favorire una riapertura e un’accelerazione degli scambi di carni suine e salumi a breve stagionatura verso la Cina; mercato che gli esperti indicano in forte fabbisogno ancora per qualche anno”.
Un passo avanti a questo proposito consisterebbe nella possibilità di inviare una più ampia gamma di prodotti di carne suina e di salumi a breve stagionatura, magari dall’intero territorio nazionale e da un numero maggiore di stabilimenti “che sono pronti a sostenere anche gli investimenti necessari ad ottenere l’autorizzazione. Investimenti – assicura Levoni – per i quali Assica cerca sempre di assistere le imprese, aiutandole ad individuare eventuali forme di aiuto e finanziamento che possano essere fruite per sostenere le scelte aziendali per l’espansione dell’export”.
L’idea è associare a tutto questo “una misura di sostegno più snella e flessibile, un credito di imposta, ad esempio, che potesse intervenire a sostegno degli investimenti aziendali finalizzati ad ottenere l’autorizzazione ad esportare in Paesi Terzi che richiedono misure differenti rispetto a quelle UE. Se adottata a breve, potrebbe essere una misura di entità contenuta – già 50 milioni di euro sarebbero significativi – in grado di ridare fiducia ad un settore il cui export perde terreno da troppo tempo. E darebbe il giusto slancio alle nostre imprese per tornare ad essere i primi esportatori di salumi”.