Il latte prodotto in Italia è in costante crescita. Negli ultimi sei anni l’aumento dei volumi a livello nazionale è stato del 13% e tale quota sale al 16% se si considerano esclusivamente le regioni più produttive (Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte). L’ultimo anno, pur con le sue peculiarità, è stato in linea con le tendenze precedenti e, a fine 2020, la produzione nazionale ha raggiunto un volume di 12,5 milioni di tonnellate.
Tutto questo ha una duplice valenza. Se da un lato l’incremento è indice di un settore dinamico, in sviluppo e capace di presidiare il territorio, dall’altro, vista la sostanziale contrazione del mercato interno in atto da diversi anni, si rende sempre più necessario riuscire a gestire quest’accresciuta disponibilità trovando nuovi sbocchi di mercato.
UNA QUESTIONE DA VALUTARE
È proprio allo scopo di valutare le migliori soluzioni a una questione che rischia di farsi ogni anno più pressante che l’Alleanza Cooperative Agroalimentari ha promosso uno studio di fattibilità i cui primi esiti dovrebbero essere resi noti alla fine di giugno 2021. L’analisi è sostenuta finanziariamente da Aop Latte Italia, Consorzio Latterie Virgilio, Cooperlat, Latteria Soresina, Parmareggio, Plac-Fattorie Cremona e dal Consorzio per la Tutela del formaggio Grana Padano e intende individuare e definire alcune destinazioni alternative per la materia prima latte, intesa sia nella sua componente magra-proteica, sia nella sua componente grassa. Tra gli usi alternativi ipotizzati, si pensa in primis al latte in polvere, in particolare per l’infanzia. Si tratta infatti di un prodotto sempre più richiesto soprattutto dal mercato cinese, che rappresenta l’area più rilevante al mondo nel segmento del baby food, con trend di crescita significativi che si prevedono in aumento anche nei prossimi anni.
“L’operazione, che speriamo di poter portare a termine nei prossimi due anni – dichiara Giovanni Guarnieri, Coordinatore dell’Alleanza Cooperative – ha un grande valore strategico in virtù delle ricadute economiche che potrà avere su tutte le aziende italiane che operano nel comparto. Non appena saranno disponibili i risultati dello studio di fattibilità, potremmo disporre di informazioni più dettagliate sia sui costi dell’iniziativa, sia sulle prospettive di una produzione nazionale di latte in polvere e di altri usi alternativi di questa materia prima”.
IL RUOLO DELLE COOPERATIVE
In questa riflessione risulta centrale il ruolo del sistema cooperativo, perché si tratta di un insieme organico che produce oltre la metà dei volumi di latte italiano, soprattutto nelle grandi filiere delle due Dop Grana Padano e Parmigiano Reggiano. Dalle 17mila stalle che aderiscono alle cooperative viene infatti raccolto oltre il 62% della materia prima nazionale (circa 7,5 milioni di tonnellate di latte). Complessivamente, l’Alleanza contribuisce al sistema caseario del Paese con circa 7 miliardi di euro, che corrispondono al 50% del fatturato complessivo del comparto.
Il progetto è quindi partito da un’intuizione dell’Alleanza Cooperative, ma è aperto a tutte le aziende italiane che operano nella filiera. Quanto al reperimento delle risorse finanziarie necessarie, una buona parte arriverà dai partecipanti all’investimento, ma non è esclusa la partecipazione ai bandi previsti nell’ambito del Recovery Fund.