Secondo le prime indicazioni, a trebbiatura ancora in corso in numerosi areali del territorio nazionale la produzione 2021 di frumento duro potrebbe registrare, sotto il profilo quantitativo, un recupero rispetto ai volumi produttivi insoddisfacenti registrati lo scorso anno e nel 2019. Questa la valutazione di Italmopa – Associazione Industriali Mugnai d’Italia, che rappresenta, in via esclusiva, l’Industria molitoria italiana, in merito al possibile esito del raccolto di frumento duro. Una materia prima di assoluta rilevanza per l’Italia, paese leader a livello mondiale per la produzione di semole destinate all’Industria pastaria.
SI PREVEDE UN +10% SU SCALA NAZIONALE
Il monitoraggio sull’esito quanti-qualitativo del raccolto sarà completato nel corso delle prossime settimane. Precisa Cosimo De Sortis, Presidente Italmopa: “Le prime proiezioni da noi elaborate indicano un incremento dei volumi produttivi che potrebbe risultare, su scala nazionale, del 10% circa, sebbene le percentuali di crescita risultino disomogenee a livello regionale. Per esempio la Puglia, da sempre il principale bacino di produzione del grano duro in Italia, potrebbe registrare un dato produttivo in controtendenza rispetto ai risultati positivi registrati sia in Sicilia, sia nelle altre principali Regioni produttrici del Centro Nord. Occorre, in ogni modo, rimanere prudenti in quanto il dato produttivo è tuttora in evoluzione”.
LA DOMANDA INDUSTRIALE RESTA DEBOLE
Allo stesso tempo, preoccupa la persistente debolezza della domanda industriale, che da inizio 2021 sta mostrando un’accentuata discontinuità. La ridotta mobilità turistica legata all’andamento della campagna vaccinale in alcuni Paesi, ma anche la fiammata nel costo dei noli marittimi per le destinazioni più lontane dell’export pasta, inducono Italmopa a prevedere un recupero dei volumi produttivi lento e graduale, che impegnerà tutto il secondo semestre 2021.
La produzione nazionale di frumento duro permane carente del 30% circa rispetto al fabbisogno dell’industria molitoria, dato che conferma il ruolo di complementarietà delle importazioni rispetto alla produzione nazionale e l’imprescindibile contributo del grano estero ai fini della continuità nell’approvvigionamento dell’Industria italiana della trasformazione. “Anche sotto il profilo qualitativo – precisa Francesco Divella, presidente della sezione Molino a frumento duro Italmopa – il raccolto 2021 sembra poter presentare dati complessivamente confortanti. Una riduzione del contenuto proteico è tuttavia riscontrata negli areali della Regione Puglia, dove si concentra tra il 25 e il 30% della produzione nazionale di grano duro”.