È Silvio Grassi il nuovo presidente di Italmopa (Associazione Industriali Mugnai d’Italia, aderente a Confindustria e a Federalimentare) per il biennio 2021-2022. Succede a Cosimo De Sortis, che ha ricoperto il ruolo negli ultimi 4 anni e nel corso dell’assemblea generale ha ricordato “le sfide a cui è stata chiamata l’industria molitoria, che abbiamo affrontato con passione e determinazione. Penso alla norma sull’etichettatura, ai temi sulla sicurezza alimentare, alle politiche inter-associative e di filiera”.
Il neo presidente Silvio Grassi (nella foto) è titolare del Molino Grassi di Parma, una delle poche realtà molitorie in Italia adibite alla macinazione sia del frumento tenero sia di quello duro. Grassi ha sempre partecipato attivamente alla vita associativa ricoprendo, tra l’altro, il ruolo di vice presidente della sezione Molini a frumento duro proprio sotto il mandato di De Sortis, dal 2017 al 2021.
A supportare Grassi saranno i quattro vice presidenti designati: Andrea Valente (Nova) ed Emanuela Munari (Munari F.lli) per la sezione Molini a frumento tenero, Enzo Martinelli (Candeal Commercio) ed Emilio Ferrari (Barilla G. & R. Fratelli) per la sezione Molini a frumento duro.
“E’ con grande piacere e orgoglio che raccolgo l’importante lavoro svolto dal mio predecessore che ringrazio sinceramente per quanto fatto sino ad oggi” – commenta il neo presidente Silvio Grassi. “Con la squadra che mi affiancherà nei prossimi anni, cercheremo di proseguire con la stessa determinazione lungo la strada intrapresa e di sviluppare tutti i temi all’ordine del giorno”.
IL COMPARTO MOLITORIO ITALIANO NEL 2020
In occasione dell’assemblea annuale, Italmopa ha diffuso i dati 2020 relativi al comparto molitorio nazionale. Per quanto concerne i volumi di sfarinati dell’industria molitoria nazionale, si sono attestati a 8.089.000 tonnellate con un incremento del +2,4% rispetto al 2019 mentre il volume complessivo dei prodotti dell’industria molitoria italiana – comprensivi anche dei sottoprodotti della macinazione – ha raggiunto 11.550.000 tonnellate con un incremento del +2,8% rispetto al 2019.
Sulla base degli indicatori relativi alla produzione e ai prezzi delle diverse tipologie di sfarinati e sottoprodotti della macinazione, il fatturato dell’industria molitoria avrebbe raggiunto quota 3,850 miliardi di euro con un incremento del +7,5% rispetto al 2019.
FRUMENTO TENERO
Relativamente al comparto della macinazione del frumento tenero, si registra una riduzione complessiva dei volumi produttivi del -4,2% rispetto al 2019 – ovvero da 4,055 a 3,883 milioni di tonnellate – a causa della forte contrazione registrata nei canali della panificazione (-7,6%) e della pizzeria (-22,8%); parzialmente compensata da una crescita del canale domestico (+33,6%), che esprime tuttavia una quota piuttosto limitata sugli acquisti totali delle farine di frumento tenero.
Sostanzialmente stabile il canale export, che ha assorbito nel 2020 circa 200mila tonnellate di farine. In leggera crescita il canale biscotteria/lievitati, all’interno del quale si registrano andamenti contrastanti dei volumi di vendita tra le farine destinate ai prodotti di prima colazione, in significativa crescita, e quelle utilizzate per la produzione di dolci da ricorrenza, in forte frenata.
Il fatturato del comparto molitorio a frumento tenero – tenuto conto dell’incremento medio, rispetto al 2019, del prezzo delle farine (+5,7%) e delle crusche (+4,1%) – scende a 1,861 miliardi di euro con una riduzione dello -0,8% rispetto al fatturato calcolato nel 2019, pari a 1,877 miliardi.
FRUMENTO DURO
Per quanto riguarda il comparto del frumento duro si registra un incremento particolarmente rilevante (+9% circa) dei volumi di produzione di semole che, per la prima volta, hanno superato i 4 milioni di tonnellate (4.206.000 rispetto ai 3.858.000 nel 2019, di cui 3.855.000 destinate alla produzione di pasta alimentare). A differenza di altri comparti alimentari, particolarmente penalizzati per la chiusura dei canali Ho.Re.Ca. a seguito dell’emergenza sanitaria, nel caso della filiera frumento duro – semola – pasta questo problema è stato superato. Ciò grazie all’aumento sia della domanda interna di pasta, sia – e soprattutto – delle esportazioni che hanno più che compensato le perdite nell’Ho.Re.Ca.
Per quanto riguarda gli usi domestici della semola – che rappresentano una quota marginale, inferiore all’1,5%, del totale del volume delle vendite – si è registrato, analogamente al comparto del frumento tenero, un aumento tendenziale decisamente importante (+45% in volume), come conseguenza della corsa allo scaffale verificatasi durante il lockdown della scorsa primavera, e proseguita a fasi alterne nel corso dell’anno.
L’incremento, nel 2020, dei volumi di produzione di semole, delle quotazioni medie (+11%) e dei sottoprodotti della macinazione (+1,4%) ha determinato una corposa crescita del fatturato del comparto. Esso ha raggiunto i 1,989 miliardi di euro, con un incremento del +15,9% rispetto al 2019 (1,716 miliardi).