L’Emilia Romagna dell’olio conferma la qualità del suo prodotto oltre i confini dei comprensori d’eccellenza delle due Dop (Brisighella e Colline di Romagna) e vede crescere di anno in anno le superfici coltivate a olivo. Quest’anno si tratta del +5-10%, per un totale di 4500 ettari suddivisi tra le colline romagnole (di cui oltre il 50% nella provincia di Rimini; circa il 30-35% in costante aumento nel Forlivese e Cesenate e più del 10% nel Ravennate) e quelle bolognesi dove gli oliveti hanno fatto la loro ricomparsa solo di recente.
“La coltura diventa sempre più interessante per gli areali a più alta vocazione delle nostre colline, bisogna incentivarla. Sarà un’annata di scarsa produzione con un calo produttivo stimato oltre il 50%, a causa della siccità, ma ci si aspetta una resa di estrazione soddisfacente, pari al 14-15%, e un olio dalle elevate caratteristiche qualitative e organolettiche”, spiega il presidente della sezione olivicola di Confagricoltura Emilia Romagna, Gianluca Tumidei.
Sta partendo proprio in questi giorni la raccolta delle olive in Emilia Romagna, in anticipo sulla tabella di marcia per prevenire gli attacchi della mosca olearia che si diffonde rapidamente con il clima caldo e umido. A preoccupare i produttori sono anche le stagioni estive particolarmente siccitose. Quindi occorre garantire la dotazione idrica soprattutto nelle zone vocate più fragili: “Con l’innalzamento delle temperature anche l’olivo necessita di costante irrigazione, all’incirca – sottolinea Tumidei – 10 millimetri di acqua ogni dieci giorni”. L’olio di oliva del 2021 darà sorprese positive nell’areale emiliano-romagnolo sotto il profilo qualitativo. “C’è meno prodotto rispetto all’anno scorso, ma la qualità è elevata – conclude Tumidei – sarà un olio extravergine ricco di profumi, dal sapore amaro e piccante, con più polifenoli, nutraceutico e salutare”.