La presentazione dell’anteprima digitale del “Rapporto Coop 2021 – Economia, Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani“ – redatto dall’Ufficio Studi di Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori), con la collaborazione scientifica di Nomisma, il supporto di analisi di Nielsen e i contributi originali di Gfk, Gs1-Osservatorio Immagino, Iri Information Resources, Mediobanca Ufficio Studi, Npd, Crif, Tetra Pak Italia – è stata ancora una volta l’occasione per fare il punto innanzitutto sullo stato del Paese.
“Lo scenario delineato nel Rapporto 2021 – ha sottolineato Maura Latini, AD di Coop Italia – ci restituisce l’immagine di un’Italia trasformata dalla pandemia, con aspetti positivi che incoraggiano, ma anche segnali che rivelano ancora l’esistenza di pesanti incognite e di forti disuguaglianze. In uno scenario in cui prevediamo che i consumi non cresceranno fino al 2023 e oltre, Coop ha la responsabilità di riuscire a trovare convergenze tra ciò che offriamo, la qualità dei nostri prodotti, e l’accessibilità del prezzo”.
L’ITALIA RIPARTE
Il Rapporto sottolinea che l’Italia vive una seconda giovinezza e cresce più delle aspettative (il balzo del Pil potrebbe sfiorare il +6%). Il 60% della business community internazionale si dichiara convinto di una maggiore attrattività del Paese nei prossimi 3 anni. Accanto al “think positive” mostrato dagli italiani, restano peraltro profonde le ferite della pandemia: l’inquietudine da long Covid ha generato ansia, insonnia, depressione e disturbi alimentari. Dopo l’home-working della pandemia, il 60% degli smart worker (9 milioni di persone) vuole sperimentare nuovi equilibri tra lavoro e vita privata permessi dall’hybrid work. La casa non è più uno spazio di servizio, ma la nuova comfort area della vita quotidiana.
AMBIENTE E SALUTE A TAVOLA
Il cibo esce profondamente trasformato dalla pandemia: un italiano su due ha cambiato le proprie consuetudini alimentari (bio, veg&veg, gourmet, iperproteici e low carbs) ma la vera novità è la comparsa della nuova tribù dei “climatariani” (un italiano su sei), che dichiarano di adeguare il proprio regime alimentare per ridurre l’impatto ambientale.
Un altro grande driver di scelta, potenziato dall’effetto pandemia, è la ricerca attraverso il cibo di un maggiore benessere: l’83% degli italiani si dichiara disposto a spendere di più pur di acquistare prodotti con qualità certificata. Continua non a caso il successo di segmenti quali il free-from e il rich-in.
INDUSTRIA E GDO A DUE VELOCITÀ
Gli operatori della filiera alimentare vedono un futuro più rosa ma con accenti diversi fra industria e distribuzione. Se infatti entrambe hanno beneficiato della nuova centralità del cibo durante il lockdown, restano ampie le differenze sui rispettivi livelli di profittabilità, con l’industria alimentare che mantiene performance di redditività doppie rispetto alla distribuzione. Non a caso quasi uno su due tra i manager della grande distribuzione intervistati nella survey di agosto prevede uno strutturale peggioramento dei risultati economici e/o di dover reinventare il proprio modello di business minacciato dalla coda lunga della recessione pandemica sui redditi delle famiglie, dall’affermazione dei discount che non conosce tregua e dall’intensificarsi della tensione competitiva fra le insegne.
A preoccupare la Gdo è la dinamica dei prezzi all’acquisto e alla vendita. Vi è il concreto rischio che il retail alimentare resti schiacciato tra la diminuzione dei prezzi al consumo (-0,7% la deflazione del prezzo dei prodotti alimentari nel primo semestre 2021) e l’annunciato aumento dei prezzi delle materie prime e dei listini dei fornitori industriali. Un risiko da cui non sarà facile uscire, tanto che Coop propone un tavolo tra governo, gdo e industria per affrontare innanzitutto il tema dell’impennata delle materie prime.
COOP: FATTURATO IN LINEA CON IL 2020
“Ci lasciamo alle spalle un 2020 impegnativo che è stato affrontato da Coop con determinazione e comunque un anno che ha generato un miglioramento importante nella gestione caratteristica delle grandi e medie Cooperative, con un ritorno all’utile in quasi tutte – sottolinea Marco Pedroni (nella foto con Maura Latini), Presidente di Coop Italia e di Ancc-Coop –. Continueremo a percorrere questa strada di miglioramento economico delle nostre cooperative in un 2021 che inevitabilmente con la riapertura dei consumi fuori casa rallenterà le vendite. Prevediamo di chiudere l’anno con un fatturato retail in linea con quello del 2020, puntando su due direttrici: MDD (oltre 5.000 item e quasi 3 miliardi di fatturato) e ibridazione dei punti vendita”.