Ormai da anni al centro della strategia aziendale c’è il tema del benessere animale, considerato un fattore decisivo per differenziarsi dalla concorrenza e soddisfare a pieno le esigenze dei consumatori. Un percorso, quello verso l’animal welfare, che passa per innovazione e capacità di rispettare precisi standard a monte della filiera, puntualmente verificati da accurate analisi ispettive. Non a caso, Fumagalli, già pioniera della filiera controllata negli anni ’90, sta lavorando per ottenere un’altra importante certificazione, che si aggiunge inoltre a quella rilasciata dall’organizzazione CIWF (Compassion in World Farming) per i metodi di allevamento cruelty free. Si tratta della Certificazione Internazionale Kiwa PAI, basata su tre pilastri: biosicurezza e gestione integrata dell’allevamento, uso responsabile degli antibiotici e, appunto, benessere animale. Un approccio, quindi, che varrà il soddisfacimento della norma ISO 22005:2008 e del Documento Tecnico 040.
Fumagalli cura i suoi allevamenti attenendosi a tre diversi standard di nuova concezione: gold, silver e bronze. A ciò si aggiunge un capitolato interamente bio, che gestisce l’intero ciclo di vita dell’animale. Dunque, dalla nascita all’allevamento, fino alla trasformazione, secondo protocolli ancora più ferrei.
LE SEI REGOLE D’ORO
Sono sei le regole d’oro del benessere animale targato Fumagalli. Si spazia quindi dagli spazi superiori alle normative CE, in cui i suini possono correre e muoversi liberamente, mentre le scrofe godono di gabbie parto aperte, alle lettiere in paglia e all’uso di antibiotici solo quando realmente necessario. Non a caso, dal 2015 l’impiego è stato ridotto del 40 per cento. Inoltre, non è prevista alcuna mutilazione delle code e della dentatura, mentre l’alimentazione è sempre di qualità e controllata, come dimostra la produzione di suini a ridotto contenuto di grassi, colesterolo e acidi grassi saturi. Infine, ogni fase è scandita da una tracciabilità completa, con informazioni registrate a livello informatico che consentono di ricostruire il percorso di ogni animale, alimento o componente.
UN’EVOLUZIONE NATURALE DELLA FILIERA
“Da sempre – spiega Arnaldo Santi – riteniamo indispensabile che la materia prima debba provenire unicamente dalla filiera di proprietà. Ciò non solo per motivi commerciali, ma soprattutto per garantire ai clienti trasparenza, sicurezza e, di riflesso, la migliore qualità possibile. Il benessere animale per cui tanto ci impegniamo da decenni è l’evoluzione naturale della nostra filiera, conseguenza di un modo di fare azienda critico e sostenibile. Intanto, la certificazione Kiwa PAI sarà presto applicata a una serie di nostri prodotti, identificati con un apposito bollino”.