Monini, che da oltre 100 anni produce olio extravergine d’oliva, ha celebrato con gesti unici e concreti la Giornata Internazionale dell’Ulivo lo scorso 26 novembre. Un momento di riflessione voluto dall’Unesco, per la prima volta nel 2019, con l’intento di proteggere questa pianta e promuovere i valori di resilienza, sostenibilità, pace e saggezza che incarna.
‘A HAND FOR THE FUTURE’
Valori che la stessa Monini intende promuovere concretamente attraverso i 25 progetti del suo Piano di Sostenibilità 2030 – ‘A Hand for the Future’ presentato l’anno scorso da Maria Flora e Zefferino Monini, la terza generazione dell’azienda. Tra gli obiettivi all’avanguardia di Monini, c’è quello della messa a dimora di un milione di nuovi ulivi, sentinelle verdi capaci di proteggere il terreno dal dissesto idrogeologico, di assorbire l’anidride carbonica e preservare le diverse cultivar italiane.
Un progetto iniziato dal cuore di Monini, l’Umbria, per poi diffondersi nelle principali regioni italiane a vocazione olivicola come Toscana e Puglia. “L’ulivo è un albero straordinario, che ha capacità di resilienza e rinnovamento. Questa Giornata Internazionale è per noi un momento di riflessione sulla situazione ambientale del nostro Paese – in Italia sono 250 milioni le piante di olivi e siamo il primo Paese al mondo per numero di varietà – ma anche di celebrazione per i risultati sinora raggiunti dal nostro Piano di Sostenibilità – spiegano Maria Flora e Zefferino Monini –. La nostra regione, l’Umbria, oltre a ospitare il Frantoio del Poggiolo, innovativo centro di produzione per i nostri monocultivar, ha già all’attivo il terreno di Sismano con 316mila olivi che nel 2022 diventeranno 432mila. Sismano, dove collaboriamo con l’Azienda Agricola Terre del Papa, ospita il più grande uliveto biologico d’Italia”.
L’impegno nel biologico viene portato avanti anche nei terreni di Carpino in Puglia e caratterizza oggi il 100% del Bosco Monini di questi territori, dove i terreni a oliveto sono circondati da altri 992 ettari di bosco, habitat ideale per insetti e piante necessari a garantire il naturale ecosistema in contesti di regime di agricoltura biologica. Pratiche colturali che porteranno alla produzione di un olio extravergine d’oliva di qualità e al 100% biologico.
GLI OBIETTIVI DEL PROGETTO ‘BOSCO MONINI’
Secondo le stime, una volta completato il progetto, il Bosco Monini non solo permetterà uno scambio virtuoso con l’ambiente, riducendo di oltre 50mila tonnellate in dieci anni la presenza di anidride carbonica nell’aria, ma darà anche un valido aiuto al ripopolamento di specie animali e vegetali, combattendo la desertificazione del terreno – in Italia a causa della cementificazione si sono persi nel 2020, in media, 15 ettari al giorno. Monini ha già investito oltre 10 milioni di euro per il suo Piano di Sostenibilità, che arriveranno a circa 25 milioni entro il 2030.
IL BOSCO MONINI IN BREVE
- Umbria – Spoleto – Frantoio del Poggiolo, 27 ettari a uliveto
- Umbria – Spoleto – Poggiolaccio, 9 ettari a uliveto entro il 2030
- Umbria – Sismano, 300 ettari a uliveto entro il 2030
- Puglia – Carpino, 37 ettari a uliveto
- Toscana – Perolla, 245 ettari a uliveto entro il 2030
POLMONE VERDE
Sono stati già piantati 337mila ulivi, che entro la fine del 2022 diventeranno 462mila. Entro il 2030 saranno un milione le piante messe a dimora, per oltre 50mila tonnellate di anidride carbonica in meno in 10 anni.