Crescono le preoccupazioni dei produttoriitaliani di pasta per la riduzione dell’offerta di grano duro e il conseguente balzo dei prezzi di questa fondamentale materia prima, ai massimi da 13 anni a questa parte. Food ha chiesto al Direttore commerciale di De Cecco, Carlo Aquilano, una riflessione sulla spinosa questione.
LE RAGIONI DELLA CRISI
“I mercati del grano duro internazionale e italiano – sottolinea Aquilano – sono in fibrillazione da oltre 12 mesi e i prezzi del cereale, da luglio 2021, hanno continuato a far registrare fluttuazioni costanti verso l’alto, nonostante i livelli elevati che hanno caratterizzato il 2020 in comparazione con le medie storiche degli ultimi anni. Da luglio le quotazioni sono state oggetto di fortissime spinte inflazionistiche fino ad arrivare al +65% sui grani duri internazionali, che hanno superato i 550 €/tonnellata (fonte: Italmopa Set 2021) e +100% per il prodotto nazionale che ha raggiunto i 540 €/ton”. Secondo Aquilano, le ragioni dell’incremento dei prezzi del grano duro nel 2021 sono da ascrivere a driver che hanno riguardato:
Reali flessioni produttive a carico di paesi esportatori come Canada e Stati Uniti, in cui gli areali vocati per la coltivazione sono stati interessati da condizioni climatiche particolarmente avverse riconducibili ad anomale siccità e temperature di gran lunga superiori alle medie;
- Sostanziale tenuta della produzione comunitaria: 7.8Mton (2021) vs 7.7Mton (2020), Stime IGC-Italmopa;
- Basso livello di scorte internazionali di grano duro all’inizio del 2021 in seguito ai consumi record dell’anno pandemico;
- Incremento della domanda di grano nazionale;
- Dubbi sulle rese della prossima produzione australiana stimata preventivamente in linea con le medie storiche ma ultimamente condizionata da fenomeni climatici che ne mettono a repentaglio l’avanzamento;
- Incrementi di costi sull’intera filiera, tra i quali quelli energetici e dei combustibili, logistici, dei fertilizzanti e del grano da semina per il raccolto 2022;
- Ritardo nella semina di fine 2021 in Italia a causa dela siccità di ottobre e alle forti piogge di novembre e dicembre 2021, che potrebbero impattare negativamente sul raccolto 2022.
LA SPIRALE INFLAZIONISTICA
“Anche se ciclicamente, in passato, abbiamo osservato oscillazioni del prezzo del grano duro, oggi lo scenario appare molto complesso e a una contingenza generale sulle materie prime e sull’energia, si unisce una spirale inflazionistica specifica e reale che mette in criticità le aziende pastaie colpite al cuore del loro principale ingrediente. Gli ultimi mesi del 2021 e il 2022 si presentano ricchi di incognite e trasferiscono scenari che di sicuro scaturiranno da quotazioni che sono tra le più alte degli ultimi decenni e trasversali sia alla produzione nazionale sia a quella internazionale. In particolare per il “desert durum” noto per le intrinseche proprietà qualitative legate proprio alla pastificazione” – afferma Aquilano.
LA STRATEGIA DI DE CECCO
Per minimizzare l’impatto di queste crisi congiunturali, De Cecco ha effettuato scelte chiare in termini di capacità di stoccaggio e politiche di filiera. “Con gli stock a disposizione abbiamo garantito una continuità di rifornimento del mercato per ridurre l’impatto della fase iniziale della spirale inflazionistica. Dal lato produttivo, da tempo abbiamo messo in campo strategie di filiera e di approvvigionamento con investimenti crescenti su grano superiore di produzione nazionale e in particolare di filiera. Sono stati attivati strumenti che garantiscano prezzi migliorativi del mercato di riferimento e premialità a quegli agricoltori che, seguendo le indicazioni dei tecnici De Cecco, orientino la loro organizzazione produttiva per il raggiungimento di specifici parametri merceologici nell’ambito della quantità e soprattutto della qualità delle proteine nonché della purezza varietale. Politiche analoghe sono state effettuate sulle filiere storiche di Arizona e California. Infatti, il blend dei migliori grani duri italiani e internazionali è un prerequisito del Metodo De Cecco per l’ottenimento di una pasta di qualità superiore e per dare un valore autentico ai consumatori” – conclude Aquilano.