Dopo quasi due secoli finisce la storia di Buitoni, uno dei più antichi e prestigiosi brand alimentari italiani, nato nel 1827 a Sansepolcro (Arezzo) per volontà di Giulia e Giovanbattista Buitoni. Dopo 13 anni Nestlè, detentrice del logo, non ha riconfermato la concessione al gruppo Newlat Food, che nel 2008 aveva acquisito lo storico pastificio aretino, dove in questi anni sono stati prodotti non solo pasta, ma anche prodotti da forno. La fabbrica resta in capo al gruppo dell’imprenditore Angelo Mastrolia, che potrà produrre solo con altri brand in portafoglio, come Delverde, Polenghi e Giglio. A sua volta, Nestlè si impegna a non venderlo per i prossimi 18 mesi.
SVILUPPARE I BRAND DI PROPRIETÀ
La fine degli accordi su Buitoni è coincisa dunque con la scadenza naturale della licenza (in realtà la seconda concessione, dopo una prima di durata decennale), fissata al 31 dicembre 2021. Va detto che già nel 2019, in occasione dell’approdo in Borsa, Newlat Food aveva manifestato la disponibilità a rinunciare al brand, cui si deve circa il 16% del totale fatturato del gruppo.
Due i motivi principali: la volontà di puntare su brand di proprietà – a cominciare da Delverde, che gode di un posizionamento più elevato – e l’onerosità delle royalty versate a Nestlè, pari a circa 1,7 milioni di euro all’anno. Per questo la rinuncia al business sviluppato dai prodotti Buitoni, bilanciata dal “risparmio” delle royaltys, anche nello scenario peggiore dovrebbe avere un impatto neutro sulla redditività del gruppo.