Se ne è già parlato nel 2021, ma sarà dominante nel 2022: nel largo consumo confezionato è la polarizzazione della domanda a guidare i giochi. Lo testimonia l’analisi sulle prospettive del retail italiano pubblicata nell’edizione 2022 del report annuale sul Retail di Food.
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Nell’anno appena concluso la grande distribuzione ha messo a segno ottime perfomance di vendita, rese possibili due tendenze degli acquisti complementari e contrapposte. Da un lato, la ricerca della convenienza, che ha premiato in primo luogo i discount, dall’altro, la domanda di valore, di cui ha beneficiato soprattutto la distribuzione classica. Una combinazione che promette di portare buoni frutti ai conti dei retailer nel prossimo futuro. Anche perchè si affianca a un cambiamento delle abitudini di vita – e quindi di acquisto – degli italiani che pare tutt’altro che contingente.
“Una parte significativa della popolazione – fa notare Gianpaolo Costantino, economista e consulente Iri – rimarrà a lavorare a casa, soprattutto nei grandi bacini di consumo, quindi nelle grandi metropoli. E questo è un fattore strutturale destinato a permanere anche a pandemia conclusa, che di fatto sta consentendo alla distribuzione moderna di conquistare quote di consumo alimentare precedentemente di pertinenza del fuori casa”. Tradotto in numeri, significa che – secondo le previsioni – il 2022 porterà in dote una sostanziale tenuta delle vendite a valore e una caduta compresa tra il punto e i due punti percentuali degli indicatori a volume. Una flessione molto contenuta se consideriamo che si viaggerà sempre attorno al +7% rispetto al pre-Covid. Sempre, naturalmente, che la pandemia vada scemando. Il che vuol dire mantenere sostanzialmente integro quel ‘capitale’ accumulato durante la fiammata pandemica.
TRA I DUE LITIGANTI
Se la domanda sarà guidata da risparmio e ricerca di valore, contesa dai due poli opposti dell’offerta assortimentale, il terzo ‘polo’ potrebbe non godere affatto. “A uscire ridimensionata da questa trasformazione pandemica – avverte Costantino – è la parte mainstream dell’offerta, quella cioè che si posiziona nella pancia del mercato e nella quale alberga la gran parte delle proposte dell’industria di marca come pure della marca del distributore, che si trovano schiacciate dalle fasce estreme”. E questa compressione è di certo destinata a rappresentare un nodo critico di rilievo anche per i retailer.