La DopEconomy tiene: nel 2020 valeva 16,6 miliardi di euro

Il settore dei prodotti a Indicazione Geografica cala del -2% a valore. Stabile l’export a 9,5 miliardi. Il Ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli: “Dop e Igp fondamentali per il made in Italy; pronti a sostenerle nelle sfide europee e in ambito PNRR”
La DopEconomy tiene: nel 2020 valeva 16,6 miliardi di euro

Nell’anno segnato dalla pandemia, la DopEconomy ha confermato il ruolo esercitato nei territori grazie al lavoro svolto da 200.000 operatori e 286 Consorzi di tutela dei comparti cibo e vino. A ribadire questi numeri è l’analisi del 19esimo Rapporto Ismea-Qualivita sul settore italiano dei prodotti Dop e Igp, che nel 2020 ha raggiunto 16,6 miliardi di euro di valore alla produzione (-2% a valore), pari al 19% del fatturato totale dell’agroalimentare italiano, e un export da 9,5 miliardi di euro (-0,1%) pari al 20% delle esportazioni nazionali di settore.

Risultati resi possibili dall’impegno di tutto il sistema, anche grazie ad accordi con i soggetti del mercato e a un continuo dialogo con le istituzioni che, riconoscendo la valenza strategica del settore, hanno supportato la continuità produttiva delle filiere Dop e Igp, capaci di esprimere un patrimonio economico dei territori italiani per sua natura non delocalizzabile.

Il Ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli ha commentato: “I prodotti Dop e Igp si confermano anche nel 2020 una componente fondamentale nell’affermazione del made in Italy sui mercati globali e un motore di promozione e tutela delle eccellenze italiane. A livello comunitario ci aspetta un anno impegnativo, sia per la revisione del quadro normativo dell’etichettatura che per quello del regolamento Dop e Igp. Proprio per questo è necessario salvaguardare e tutelare l’intero sistema produttivo dai rischi che possono generare l’omologazione alimentare, i sistemi di etichettatura fuorvianti come il Nutriscore, le fake news, i tentativi di imitazione sia sui mercati comunitari sia su quelli terzi. Il Pnrr, con i Contratti di filiera e di distretto, gli incentivi all’innovazione, la digitalizzazione, è una grande occasione per la crescita delle filiere Dop e Igp, e ci impegniamo già da subito ad accompagnare le imprese in questo momento delicato”.

Rapporto-Ismea-Qualivita-2021-DopEconomy

UN EURO SU CINQUE DELL’AGROALIMENTARE ITALIANO DA PRODOTTI DOP/IGP

La produzione certificata della cosiddetta DopEconomy agroalimentare e vinicola nel 2020 esprime dunque un dato in calo rispetto all’anno precedente. Ma se da una parte si interrompe il trend di crescita del settore, ininterrotto negli ultimi dieci anni, dall’altra in un passaggio di difficoltà straordinaria si conferma la capacità di tenuta di un sistema di qualità diffuso in tutto il territorio nazionale.

La DopEconomy vale il 19% del fatturato complessivo del settore agroalimentare nazionale, grazie soprattutto al contributo delle grandi produzioni certificate. Ma non mancano elementi che confermano un forte dinamismo del sistema delle Indicazioni Geografiche italiane, fra cui l’affermarsi di categorie come le Paste alimentari o i Prodotti della panetteria e pasticceria. Il comparto agroalimentare delle Indicazioni Geografiche vale 7,3 miliardi di euro alla produzione, mentre il vitivinicolo imbottigliato raggiunge 9,3 miliardi di euro.

EXPORT: SI CONFERMA IL VALORE DELLE IG

Le esportazioni delle Dop e Igp agroalimentari e vitivinicole nel 2020 registrano un valore stabile su base annua raggiungendo i 9,5 miliardi di euro (-0,1%) per un peso del 20% nell’export agroalimentare italiano. Si tratta di un risultato importante, con chiari effetti collegati alla pandemia sui mercati extra-UE, il cui calo è compensato da una crescita delle esportazioni verso destinazioni europee.

Il valore complessivo della DopEconomy è frutto anche di un andamento diverso fra i due comparti, con il cibo che con 3,92 miliardi di euro registra un incremento del valore esportato del +1,6% e il vino che con 5,57 miliardi di euro mostra un calo del -1,3%.

TRAINA IL NORD ITALIA, MA LA CRESCITA È AL SUD E NELLE ISOLE

Tutte le regioni e le province italiane registrano un impatto economico delle filiere Dop e Igp, anche se si conferma la concentrazione del valore nel Nord Italia. Fra le prime venti province per valore, ben undici sono delle regioni del Nord-Est, a partire dalle prime tre – Treviso, Parma e Verona – che registrano un impatto territoriale oltre il miliardo di euro. Nel 2020 solo l’area Sud e Isole mostra un incremento complessivo del valore rispetto all’anno precedente (+7,5%), con crescite importanti soprattutto per Puglia e Sardegna.

DOP IGP STG: TIENE LA PRODUZIONE, CRESCE L’EXPORT IN UE

L’agroalimentare italiano Dop, Igp e Stg coinvolge oltre 86.000 operatori, 165 Consorzi autorizzati e 46 organismi di controllo. Nel 2020 ha raggiunto i 7,3 miliardi di euro di valore alla produzione per un -3,8% in un anno e con un trend del +29% dal 2010.

Stabile il valore al consumo a 15,2 miliardi di euro, per un andamento del +34% sul 2010. Prosegue anche nel 2020 la crescita dell’export che raggiunge i 3,9 miliardi di euro per un +1,6% su base annua. Dato che dal 2010 è più che raddoppiato (+104%). Mercati principali si confermano Germania (770 milioni di euro), Usa (647 milioni), Francia (520) e Regno Unito (268).

VINO: VALORE DELL’IMBOTTIGLIATO STABILE, FRENA L’EXPORT

Il vitivinicolo italiano Dop e Igp coinvolge oltre 113.000 operatori, 121 Consorzi autorizzati e 12 organismi di controllo. Nel 2020 ha registrato 24,3 milioni di ettolitri di vino IG imbottigliato (+1,7% in un anno), con le Dop che rappresentano il 68% della produzione e le Igp il 32%.

Il valore della produzione sfusa di vini della DopEconomy è di 3,2 miliardi di euro, mentre all’imbottigliato è 9,3 miliardi di euro (-0,6%) con le Dop che ricoprono un peso economico pari all’81%. L’export raggiunge 5,6 miliardi di euro, per un -1,3% su base annua e un trend del +71% dal 2010. Risentono degli effetti della pandemia soprattutto i mercati extra-UE (-4,3%), mentre cresce l’export in UE (+4,1%) con incrementi a doppia cifra per i paesi del Nord Europa.

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