La protesta degli autotrasportatori che ha già portato al blocco, pur temporaneo e parziale, di diversi tratti stradali in Italia – in particolare in Sicilia, Puglia e Campania – mette in allarme il mondo dell’industria alimentare e quello della distribuzione. Federdistribuzione ha già avviato una serie di contatti con le istituzioni per illustrare la gravità della situazione.
“L’interruzione della circolazione dei mezzi – scrive l’associazione in una nota – causa disagi alla normale attività di consegna delle merci, con il rischio di forti ricadute sull’approvvigionamento della rete di punti vendita della distribuzione a livello locale, e non solo”. Un problema che interessa in particolar modo i prodotti freschi, come frutta e verdura, a rischio deterioramento, “che può arrecare enormi danni economici a tutta la filiera agroalimentare, oltre che disagi ai consumatori”.
In un contesto geopolitico e di mercato in cui si cominciano a sentire gli effetti concreti dell’aumento dei costi, soprattutto per l’energia e i carburanti, Federdistribuzione chiede un intervento immediato da parte delle autorità. “Occorre agire con tutte le iniziative possibili per evitare tensioni sociali e per contenere l’aggravio di costi sulle famiglie e sulle imprese, che può avere pesanti ricadute sul sistema economico del Paese già impegnato in un difficile percorso di ripresa”.
LA MOLISANA FERMA LA PRODUZIONE
Una prima brutta notizia sul fronte industria arriva intanto dal Molise: il pastificio La Molisana ferma la produzione. “I nostri camionisti – spiega l’Amministratore delegato Giuseppe Ferro – non possono uscire dallo stabilimento perché verrebbero fermati dai loro colleghi che stanno bloccando strade e autostrade a partire dalla Puglia. Non potendo portare la semola dal mulino allo stabilimento e la pasta dallo stabilimento ai distributori, abbiamo deciso di bloccare la produzione. E penso che non saremo l’unica azienda a farlo.
Gli fa eco Luigi Scordamaglia, Consigliere delegato di Filiera Italia: “Sono a rischio gli approvvigionamenti alimentari italiani, se i blocchi non lasceranno passare i nostri prodotti corriamo seriamente il rischio, scongiurato per tutta la pandemia, di vedere vuoti gli scaffali dei supermercati. Auspichiamo che governo e sindacati trovino una soluzione alla protesta legittima dei trasportatori che oggi non riescono a fare fronte al caro carburanti – +25% in un anno – che si sta abbattendo senza pietà su tutta la filiera con esiti che si annunciano drammatici”.
VÉGÉ: LA DISTRIBUZIONE RISCHIA LO STOP
“La Moderna distribuzione rischia di fermarsi”. Con queste parole Giorgio Santambrogio, Amministratore delegato di Gruppo VéGé interviene in merito alla crisi che in queste ore, a causa della protesta degli autotrasportatori, sta portando al collasso il sistema della distribuzione italiana. “Abbiamo resistito al Covid garantendo la ‘normalità’ del fare la spesa anche durante i lockdown e con senso di responsabilità. Da tempo Gruppo VéGé sta facendo da scudo al potere d’acquisto delle famiglie intervenendo per calmierare le richieste di aumenti che arrivano dai fornitori. Adesso non ce la facciamo più”.
Per Santambrogio servono risposte immediate da parte del governo che dovrebbe innanzitutto riconoscere ai punti di vendita lo status di imprese energivore per la rimodulazione degli oneri di sistema e i relativi crediti d’imposta. “Ma non basta. La crisi energetica non è solo una tempesta perfetta, nel nostro Paese rischia di diventare una sorta di ergastolo che mette in evidenza tutte le contraddizioni del nostro sistema produttivo”. Per questo, la nota dell’Ad di Gruppo VéGé si conclude con un appello rivolto anche agli autotrasportatori: “Invitiamo caldamente il settore dei trasporti e della logistica a rimuovere i blocchi garantendo nuovamente la libera circolazione delle merci, e nel contempo auspichiamo che il tavolo di concertazione con il Ministero delle Infrastrutture continui i suoi lavori sino a trovare una soluzione condivisa e soddisfacente”.