“Codacons deve interrompere immediatamente la diffusione di notizie false, infondate e tendenziose”. Non si è fatta attendere la reazione del Consorzio di Tutela dell’Aceto Balsamico di Modena Igp, che si affida a queste parole per rispondere alla diffida inoltrata da Codacons lunedì scorso. Una diffida che nella fattispecie ha sollevato dubbi di legittimità sull’adozione del nuovo sistema di informazioni del consumatore denominato “Consortium Profile”, ma che nei fatti secondo il Consorzio “non trova riscontri di fondatezza”.
Nel dettaglio, il Codacons aveva contestato al Consorzio l’inserimento di informazioni per il consumatore in etichetta, ritenendo fuorviante e determinante nella scelta di acquisto il nuovo sistema descrittivo di prodotto. Ma soprattutto di non rispettare l’articolo 8 del disciplinare di produzione nel punto in cui stabilisce come alla denominazione “Aceto Balsamico di Modena” sia vietata l’aggiunta di qualsiasi aggettivo qualificativo, anche sotto forma numerica, diverso da quelli esplicitamente previsto nel disciplinare.
“La questione è incomprensibile – afferma Federico Desimoni, Direttore del Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena – perché un’associazione che ha la finalità di promuovere la consapevolezza del consumatore si oppone all’adozione di un sistema legittimo, chiaro e utilissimo proprio per il consumatore. Il nuovo marchio del Consorzio, infatti, fornisce quelle informazioni che servono per capire se il prodotto corrisponde alle aspettative del consumatore e a ciò che cerca. È dunque uno strumento di discernimento che può guidare il consumatore a una scelta informata e consapevole e soprattutto fondata su dati analitici precisi, certificati e controllati. Le motivazioni fornite da Codacons sono errate nei fatti, infondate e inconsistenti dal punto di vista giuridico e incongruenti rispetto alla logica generale della contestazione. Emerge un pregiudizio evidente che ci risulta di difficile comprensione e, soprattutto, è gravissimo che Codacons stia diffondendo presso i media la sua posizione senza che sia sostenuta da un’approfondita analisi e dai necessari autorevoli riscontri di organi di controllo e giurisdizionali”.
LA POSIZIONE DI CODACONS
Nella sua diffida diffusa a mezzo stampa, il Codacons sosteneva che “il consumatore, nell’acquisto del prodotto con l’apposito marchio o nella lettura sul sito del Consorzio stesso, non risulterebbe correttamente informato sul fatto che nella sua formulazione viene utilizzata una metodologia potenzialmente illegittima, in quanto realizzata con il metodo della segmentazione, in assenza di certificazione da enti terzi, la cui finalità è evidenziare l’appartenenza al Consorzio stesso. Detta metodologia sarebbe ulteriormente ingannevole, illegittima e limitativa in quanto solo ed esclusivamente i consorziati possono utilizzare il suddetto marchio, inducendo il consumatore a credere che vi siano differenze aggiuntive e qualificative tra i prodotti dei consorziati e quelli delle aziende non appartenenti al Consorzio, che producono Aceto Balsamico di Modena Igp seguendo esattamente lo stesso disciplinare di produzione e lo commercializzano attenendosi alle stesse regole di comunicazione”.