Sgambaro dice definitivamente addio alla plastica per la sua linea di pasta biologica con la nuova confezione in carta di sola fibra cellulosica 100% vergine, certificata Fsc e completamente riciclabile. “Nel 2019 avevamo introdotto un imballo smaltibile nella carta: una veste come temporanea in vista dello sviluppo di una soluzione che limitasse ulteriormente l’impatto sull’ambiente –racconta Martina Durighello, Responsabile marketing Sgambaro –. In questi giorni stanno arrivando sugli scaffali le prime referenze della nostra pasta biologica in una confezione che garantisce il massimo livello di riciclabilità”.
I PUNTI DI FORZA DEL TERPAP
Il materiale scelto è Terpap, una carta naturale di pura cellulosa che rende il packaging robusto e allo stesso tempo adatto al confezionamento in automatico grazie all’elevata elasticità della fibra. La Norma UNI 11743:2019, basata sul sistema di valutazione Aticelca 501/2019, giudica questa carta con un livello A in termini di riciclabilità, il massimo per la carta stampata. Inoltre, la stampa sulle confezioni è realizzata impiegando inchiostri a base d’acqua e vernici acriliche all’acqua a marchio Acquapack, studiati per essere ecologici, atossici, sicuri.
UN IMBALLO SENZA FRONZOLI
L’impegno verso la sostenibilità è uno dei pilastri della strategia aziendale di Sgambaro che, nel 2020, ha intrapreso un percorso decennale per diventare ‘organizzazione climate positive’, in grado cioè di generare un impatto positivo sull’ambiente.
Il progetto coinvolge ogni aspetto dell’attività del pastificio. Per questo motivo, nello sviluppo della nuova confezione è stata data priorità alla componente green senza scendere a compromessi di stile. Ad esempio, a differenza dei packaging in plastica trasparente, il prodotto non è visibile, ma ‘mostrato’ in scala 1:1 e raccontato tramite le immagini evocative e le parole del design. Inoltre, è stato scelto di usare una grammatura di carta più leggera possibile che, pur rimanendo sicura e resistente, può apparire rispetto ad altre confezioni più stropicciata.
Spiega Durighello: “Il pastificio ha voluto un imballo senza fronzoli perché la priorità è di limitare la quantità di carta utilizzata, e di conseguenza diminuire le emissioni di CO2 legate alla realizzazione del packaging, e allo stesso tempo utilizzare solo materiale completamente riciclabile”.