Olio evo: filiera e promozioni preoccupano le aziende

Al di là di una controcifra ampiamente prevista, nelle ultime settimane è serpeggiata non poca preoccupazione per un raccolto piuttosto “avaro” in area Ue. Pesa a scaffale l’eccessivo ricorso alla leva promozionale

Nell’a.t. al 28.11.2021, secondo i dati NielsenIQ il mercato dell’olio extravergine d’oliva ha registrato una netta flessione sia a valore sia a volume, scendendo a quota 740 milioni di euro (-7,7%) e 159 milioni di litri (-11,8%). Dal punto di vista dei canali, va rilevato il forte arretramento dei supermercati, che cedono 8 punti percentuali a valore e 12,6 punti a volume. Quanto ai prodotti, l’olio evo comunitario, che rappresenta il 60% delle vendite a valore e il 72% di quelle a volume, è il segmento che ha subito il calo più vistoso (-9,9% e -14,3% rispettivamente). Il 100% italiano ha contenuto la flessione (-5,4% e -6,8%), al pari degli oli a denominazione protetta (-5,8% e -4,5%), che pesano peraltro solo il 3,1% delle vendite a valore e il 3,8% a volume.

PRODUZIONE IN CALO

Se la controcifra era ampiamente prevista dalle aziende che Food ha coinvolto nell’inchiesta pubblicata sul fascicolo di marzo, a preoccupare sono semmai due ordini di questioni. La prima riguarda la filiera e, in particolare, le stime che attestano la produzione mondiale a circa 3,1 milioni di tonnellate. Secondo i dati Ismea, in ambito Ue si registra una flessione soprattutto a causa della Spagna, che potrebbe chiudere a 1,3 milioni di tonnellate a causa della siccità. La Grecia segna -14% e l’Italia dovrebbe chiudere a 300/315mila t, più del 2021 ma lontana dalle 400mila t attese, complice siccità estiva, gelate invernali e una frequente alternanza caldo-freddo. Unica realtà in controtendenza è il Portogallo, che potrebbe toccare +20%, arrivando a 120mila t. Extra Ue, la Tunisia (240mila t, +70%) e la Turchia (228mila t, +9%), in particolare, manderanno in archivio un’ottima annata. Una tale situazione è destinata a creare tensioni sul mercato e a favorire l’aumento di prezzi e listini.

LE PROMO “DEPRIMONO” IL VALORE

È noto che da anni l’olio evo è una delle categorie più promozionate in grande distribuzione: i retailer lo considerano (insieme alla pasta, per fare solo un altro esempio eclatante) un infallibile traffic builder. Anche se la leva promozionale nell’ultimo anno è calata, resta attestata su livelli elevatissimi (56,9%). Una situazione che le aziende giudicano molto rischiosa perché il valore dell’olio evo finisce con l’appiattirsi (laddove andrebbe enfatizzato). E il consumatore rischia di disorientarsi e non percepirlo, fatta eccezione per i prodotti a denominazione d’origine, che rappresentano una fetta assai ridotta del comparto.

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