A pochi mesi dall’inizio della campagna di raccolta 2022 l’industria e gli agricoltori del Nord Italia non hanno ancora trovato l’accordo sul prezzo. Quel che preoccupa, però, è la distanza tra le due parti. Da un lato, infatti, c’è l’industria che propone “solo” 100 euro a tonnellata, dall’altro, gli agricoltori che non sono disposti ad accettare questo compenso, a fronte dei rincari su energia, gasolio, fertilizzanti e sementi.
OBIETTIVO COMUNE: VALORIZZARE IL POMODORO IN GDO
La campagna 2021 si è chiusa con una resa media di 80 tonnellate a ettaro, accompagnata da standard qualitativi più che soddisfacenti. Proprio per questo, Confagricoltura Emilia-Romagna, dove si coltivano ben 27.000 ettari, fa appello al senso di responsabilità delle imprese di trasformazione e sposta il baricentro della trattativa: “Agricoltori e industriali devono convergere sull’obiettivo comune: come valorizzare il prodotto nella grande distribuzione. Bisogna preservare lo straordinario risultato ottenuto in campo dai nostri produttori nonostante le crescenti anomalie climatiche”.
All’orizzonte, infatti, si profila un’altra preoccupazione: la possibilità che gli agricoltori, a fronte di un mercato dell’orzo, del girasole, del mais e della soia in forte rialzo, possono indirizzare i loro terreni verso colture più convenienti, che presentino il minor rischio. Anche per questo, Marcello Bonvicini, Presidente Confagricoltura Emilia-Romagna, pone l’accento sulla necessità di unire le forze in un momento drammatico per la storia e l’economia del Paese, e chiede all’industria di ascoltare le richieste della parte agricola per garantire anche la sopravvivenza dell’intera filiera.