Tassi inflattivi alle stelle, listini continuamente rivisti al rialzo, salari medi fermi al palo. A queste condizioni, per molte famiglie fare la spesa è diventato un problema reale.
Per andare quindi incontro al potere di acquisto degli italiani, Coop ha annunciato la sua rivoluzione sotto l’egida della marca privata.
NOVITÀ PER ASSORTIMENTO E POSIZIONAMENTO DELLA PL
Un vero e proprio cambio di passo con l’introduzione nei punti vendita di un paniere private label che andrà a comporsi, a partire da ora ed entro i prossimi due anni, di oltre 5 mila referenze alimentari, molte delle quali nuove di zecca. Un’operazione che, a livello di business, ha l’obiettivo di raddoppiare la market share dei prodotti a marchio Coop sul fatturato globale, portandola a un valore di 6 miliardi di euro entro il prossimo biennio.
Il progetto è dunque ‘work in progress’ e si è cominciato a lavorarci poco prima dello scoppio della pandemia. Lo scorso gennaio, a scaffale, sono apparse le prime novità rappresentate da alcune proposte legate al mondo della colazione. Seguiranno nelle prossime settimane i soft drink e poi toccherà alla pasta e via via praticamente tutte le categorie merceologiche, con un occhio di riguardo nei confronti delle ricette gluten-free, free-from e bio.
IL FUTURO, PER COOP, È GIÀ PRESENTE
Questa storica iniziativa è stata annunciata stamane a Milano (13 maggio, ndr), alla presenza di una fitta schiera di giornalisti. Il management Coop al gran completo ha, quindi, spiegato i dettagli del progetto, sottolineando l’importanza assoluta che riveste oggi un concetto come ‘convenienza’, oramai essenziale per tenere a galla i consumi senza penalizzare le tasche dei consumatori italiani. “Una scelta che riteniamo rivoluzionaria e coraggiosa – ha proclamato Marco Pedroni, Presidente Coop Italia –. Spazio a convenienza e innovazione commerciale. In più amplieremo di diverse centinaia il numero di piccole e medie imprese italiane che producono per noi prodotti a marchio e che appartengono a quel tessuto che compone l’eccellenza agroalimentare italiana”.
Riposizionare la private label anticipando, seppure di pochi mesi, l’arrivo della tempesta perfetta – che ha cominciato a martoriare i mercati a partire da inizio 2020 senza sosta e proseguita con lo scoppio della guerra -, ha permesso a Coop di farsi trovare oggi pronta con un’offerta di generi alimentari con un posizionamento di prezzo accessibile e non proibitivo per molte famiglie del Belpaese. Al contempo, l’operazione private label ha anche posto le basi per quella che sarà la strategia futura verso la quale la catena sta indirizzando i suoi sforzi. “Abbiamo avviato il progetto prima che scoppiasse la pandemia perché convinti che già a inizio 2020 fosse necessario aiutare, rassicurare e andare incontro ai bisogni dei consumatori – ha dichiarato in merito Maura Latini, Amministratore delegato Coop Italia –. Stiamo disegnando quella che sarà la Coop del futuro, rivendendo l’offerta dei nostri punti vendita in modo che siano efficaci per rispondere alle esigenze di soci e consumatori, in un momento in cui il tasso di innovazione non è molto presente né in Gdo né nell’industria alimentare, a conferma che questi ultimi anni sono stati duri per tutti”.