La nave carica di cereali partita il 2 agosto scorso da Odessa è arrivata nei pressi della costa turca sul Mar Nero a nord di Istanbul. Dopo un’ispezione congiunta da parte di delegati di Turchia, Ucraina, Russia e Onu, la nave ha in programma di continuare il suo viaggio verso Tripoli, in Libano, la sua destinazione finale.
Altre quindici navi cariche di grano sono tecnicamente pronte a partire dai porti ucraini, e altre due sono in fase di completamento. Lo ha dichiarato il vice ministro della Politica agraria dell’Ucraina Taras Vysotskyi, secondo il quale presto “il traffico sarà bidirezionale, compreso l’avvicinamento delle navi per il carico”.
Queste navi sono destinate principalmente al trasporto di colture di cereali (mais, grano, orzo), e successivamente di semi oleosi e prodotti trasformati. Ogni nave può trasportare da 10.000 a 60.000 tonnellate di prodotto.
LA POSIZIONE DI CONFAGRICOLTURA
“È un’ottima notizia – dichiara il Presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – perché solo con la ripresa a pieno regime delle esportazioni dal porto di Odessa il rischio di una crisi alimentare globale potrà essere scongiurato”. Circa 20 milioni di tonnellate di grano, per un valore che sfiora i 10 miliardi di euro, potranno essere presto collocate sui mercati internazionali.
Secondo i dati della Commissione europea, le esportazioni agroalimentari dell’Ucraina sono ammontate lo scorso anno a 23,6 miliardi di euro, e circa il 90% delle operazioni è stato effettuato via mare. “Le partenze dal porto di Odessa hanno inciso per il 60% sul totale” – evidenzia Giansanti. Sempre secondo i dati della Commissione Ue, oltre l’80% delle esportazioni agroalimentari dell’Ucraina è costituito da cereali e semi oleosi. Per quanto riguarda l’Unione europea, le importazioni di cereali ucraini rappresentano il 36% di tutto l’import del settore.
La Commissione ha reso noto nei giorni scorsi che, per quanto riguarda in particolare il mais, il prodotto ucraino rimasto bloccato nei porti a causa della guerra, è stato sostituito dal mais raccolto in Brasile, Canada e Stati Uniti.
“A seguito della guerra in Ucraina – aggiunge il Presidente di Confagricoltura – lo scorso anno la Commissione europea ha consentito di derogare alle norme in vigore per aumentare la produzione di cereali, semi oleosi e colture proteiche. Le deroghe sono state prorogate anche quest’anno, anche a fronte a una siccità che ha tagliato le rese dei cereali con punte fino al 35% in Italia. A questo punto, dovrebbe essere evidente a tutti che gli agricoltori e i consumatori non hanno bisogno di deroghe ripetute e temporanee, bensì di un complessivo ripensamento della Politica agricola comune, nell’ottica della sicurezza alimentare e della sostenibilità ambientale supportata dalla ricerca e dalle innovazioni”.