Alberto Balocco ci ha lasciato. Un incidente in montagna lo ha strappato all’affetto dei suoi cari e della sua azienda. Una grande stima mi legava ad Alberto, tra i primi imprenditori conosciuti all’inizio della mia carriera professionale e di cui ho subito apprezzato la lungimiranza e la profonda umanità.
Ho avuto la fortuna di intervistarlo più volte, sempre perspicace con le sue lucide analisi nella lettura dei trend di mercato e coraggioso nelle scelte strategiche, prima tra tutte quella di scommettere sulla destagionalizzazione del brand, affiancando ai prodotti da ricorrenza la linea dei continuativi, i frollini, che in breve tempo hanno raggiunto le prime posizioni di mercato.
E poi le campagne di comunicazione, gli investimenti in tecnologia, l’ampliamento degli impianti per soddisfare i mercati internazionali, il lancio della linea di pasticceria Bottega Balocco. Intuizioni vincenti che hanno portato l’azienda a fatturare 185 milioni di euro. Il tutto accompagnato da uno stile deciso, ma prudente. “Spostare sempre più avanti la linea del traguardo è una caratteristica di famiglia, ma sempre in maniera ben ponderata” – mi aveva detto in un’intervista. “Il mio motto è ‘Volare è utile, atterrare è indispensabile’”.
Cordiale, gentile, pronto ad accogliere, che fosse nello stand di una fiera o in azienda. Come quando mi ha aperto le porte della sede di Fossano e con grande passione mi ha accompagnato in produzione, descrivendo con minuzia di particolari il processo di lavorazione del panettone, attento a sottolineare il valore di quel prodotto, troppo spesso penalizzato da politiche di prezzo aggressive. O come quando nel suo studio mi ha svelato un tesoro, i ricettari del nonno Francesco Antonio, fonte di ispirazione del libro “Volevo fare il pasticcere”, storia della famiglia e dell’azienda di cui lui si sentiva responsabile già quando si affrettava a completare gli studi per affiancare il padre Aldo, anch’egli recentemente scomparso. E dell’azienda, della sua storia, ma soprattutto del suo futuro, orientato all’innovazione, all’export e alla sostenibilità aveva parlato nella lectio magistralis al Graduation day del Master in Food Industry Management, quando ha ricevuto il sigillo dell’Università di Parma.
L’ultima intervista rilasciata a Food due mesi fa: lamentava un blocco burocratico a un progetto dedicato all’energia rinnovabile, lui sempre propositivo, intraprendente e aperto a nuove sfide. Tanti ricordi affiorano in questo triste momento. Addio Alberto. Un abbraccio alla sorella Alessandra e a Susy, Diletta, Matteo e Gabriele, sempre nei suoi discorsi e nei suoi pensieri.
Le più sentite condoglianze da parte di Paolo e Davide Dalcò e del Gruppo Food.
Francesca Zecca