“Il grande impegno del Ministero e degli assessori regionali sui programmi operativi per le organizzazioni di produttori (OP) dell’olivicoltura aiuta il sistema olivicolo italiano a crescere e a non disperdere il duro lavoro di aggregazione degli agricoltori e valorizzazione delle produzioni italiane portato avanti negli ultimi vent’anni”. È quanto sostiene David Granieri (nella foto), Presidente Unaprol – Consorzio Olivicolo Italiano, in merito all’esito della Conferenza Stato Regioni che ha deciso di adottare il 2022 come anno di riferimento per il calcolo delle risorse comunitarie assegnabili alle OP degli olivicoltori per il 2023, parametrate in base al fatturato delle organizzazioni stesse.
“La scelta dell’anno di riferimento 2022, anziché il 2021, consentirà di attribuire risorse comunitarie maggiori a quelle regioni in grado di produrre alti livelli di fatturato, come la Puglia, e darà la possibilità a molti territori, che nei prossimi anni inevitabilmente perderanno la disponibilità di risorse comunitarie, di guadagnare un anno in termini di programmazione di azioni, di attività e di riorganizzazione – spiega Granieri –. La decisione del Ministero e delle Regioni permetterà certamente di presentare programmi più adeguati alle reali condizioni delle realtà imprenditoriali locali, e di impegnare tutte le risorse messe a disposizione per il settore”.
Inoltre, secondo il Presidente Unaprol la tempistica proposta agli olivicoltori dal Ministero delle Politiche Agricole “è perfettamente in linea con la possibilità da parte delle OP di programmare gli investimenti, mentre le amministrazioni avranno a disposizione il fatturato effettivo supportato da documentazione ufficiale. In modo tale che l’assegnazione avvenga nella massima trasparenza possibile. Positiva anche la scelta di introdurre i contratti negoziati, che rispondono all’esigenza di comprendere nel calcolo delle risorse da distribuire anche la produzione di olio e di olive che deriva da contratti siglati direttamente dai propri soci”.