L’impennata fuori misura dell’energia e del gas, che in queste ultime settimane ha aggravato una situazione già molto preoccupante sul fronte dei costi e della disponibilità delle materie prime, è al centro delle preoccupazioni dei pastai italiani. Secondo Massimo Menna, Ad Pastificio Lucio Garofalo, si tratta di una situazione insostenibile. “I rincari si susseguono a livelli esorbitanti. Anche se lavoriamo tutti i giorni per individuare soluzioni, non esiste la possibilità di risparmio. Usiamo già energie alternative, abbiamo degli impianti di co-generazione e fotovoltaici e stiamo pensando anche a nuovi impianti, ma ovviamente occorre del tempo. Con le rinnovabili ci stiamo attrezzando, ma in ogni caso potranno coprire al massimo il 20 per cento del nostro fabbisogno”.
Cesidio Di Martino, Ceo Bioalimenta, fa notare che quella che stiamo vivendo “è una situazione comune a molte aziende, ma non è il caso di dire ‘mal comune mezzo gaudio’: ci troviamo all’interno di una tempesta perfetta e, pur non essendo un’azienda energivora o gasivora, accusiamo un sensibile impatto sui conti aziendali causati da questi aumenti continui, incontrollati e al momento incontrollabili”.
AUMENTI A DOPPIA CIFRA
In che misura sono aumentati gi importi in bolletta per i pastai italiani? “Se ci limitiamo al gas metano – afferma Marcello Pennazzi, Ad Luciana Mosconi – da luglio 2021 a luglio 2022 il costo al metro cubo è aumentato di nove volte. Quanto all’energia elettrica, l’incremento è un po’ più basso (4 o 5 volte), ma sempre molto rilevante. Per fortuna un aiuto deriva dal nostro impianto fotovoltaico, che ci rende almeno in parte autonomi. Quello che va rimarcato è che l’incidenza sul costo base del nostro prodotto è enorme: a luglio l’aggravio è stato di circa 20 centesimi/kg”.
Allarmante anche l’aumento che ha dovuto sopportare Bioalimenta: “Per quanto riguarda il gas metano, ecco la bolletta di luglio 2021: costo per materia gas naturale € 1.714, mc consumati 5.004 prezzo al mc 0,34. Il corrispondente mese di luglio 2022: costo per materia gas naturale € 10.907 mc consumati 5.585 prezzo al mc 1,95 pari al + 473%”.
Mansi rileva che “su base annua il rincaro energetico per il Pastificio Lucio Garofalo equivale a un incremento dei costi pari a 25 milioni di euro rispetto ai valori pre-crisi su un fatturato di circa 200 milioni di euro. Dobbiamo inoltre considerare che i rincari incidono non solo in modo diretto, ma anche indirettamente, poiché i fornitori di materia prima e di imballaggi subiscono aumenti e saranno costretti ad aumentare i loro prezzi. A tutto ciò va sommato l’incremento del costo della semola dovuto all’aumento del prezzo del grano duro che, sommato al caro energia e al costo della logistica e dei trasporti, rappresenta un fenomeno di portata enorme. Si tratta di una situazione che mette in crisi le aziende”.
UN TETTO AL COSTO DELL’ENERGIA
Non mancano ovviamente le pressanti richieste al governo. Pennazzi invoca un intervento immediato che tuteli lefamiglie e le imprese, “che rischiano di subire non solo i costi delle bollette ma anche un calo dei consumi. Occorre mettere un tetto agli aumenti dell’energia e dare alle imprese la possibilità di scontare il credito d’imposta, recuperando almeno in parte questo aggravio di costi”.
“Sentiamo di proposte relative al raddoppio del credito d’imposta dal 15% al 30% per l’energia e dal 25% al 50% per il gas metano” – afferma Di Martino. “Sono proposte positive ma non esaustive: il credito d’imposta dovrebbe essere portato all’80%, sia per l’energia sia per il gas metano. Inoltre, se si vuole rinforzare il tessuto industriale e sociale del nostro Paese, occorre immettere sul mercato materia prima a prezzi calmierati, per salvaguardare i conti economici delle società e le tasche dei consumatori”.