#EmergenzaRincari – Le conserve vegetali chiedono supporto

Anche la produzione di legumi, verdure e ortaggi conservati da diversi mesi fa i conti con gli aumenti dei costi in bolletta. Anicav e Agria fanno il punto della situazione

Ogni settore ha una storia a sé, ma nessuno può sottrarsi ai rincari energetici che da mesi stanno attanagliando l’Italia e l’Europa. “Anche il settore delle conserve vegetali fa i conti con questi rincari – dichiara Giovanni De Angelis (in foto), Direttore generale Anicav –, seppur in maniera diversa dal mondo delle conserve rosse, per cui la produzione si concentra nel periodo estivo in cui si sta registrando il maggiore picco. A causa dell’aumento dei costi le nostre produzioni, molto apprezzate anche sui mercati esteri, rischiano seriamente di perdere competitività”.

IL “PESO” DELLE BOLLETTE NON È SOSTENIBILE A LUNGO

L’importo delle bollette è cresciuto a dismisura a partire dal 2022 e il raffronto con gli anni precedenti fa riflettere. “Tutte le imprese, così come i privati cittadini, negli ultimi mesi si sono trovate a fronteggiare uno scenario fino a oggi imprevedibile – sostiene Luigi Aliberti, Direzione commerciale Agria –. Siamo stati abituati ad avere disponibilità illimitata di energia elettrica e gas a buon mercato e oggi, con le tensioni in essere, ci troviamo a pagare bollette in incremento del 300% rispetto al medesimo periodo dello scorso anno, a parità di consumi; e si parla addirittura della possibilità di razionamenti. Gli scenari a breve e medio termine non sono positivi. A meno di interventi incisivi da parte dell’Unione europea o del governo italiano, non si prevedono ribassi rispetto ai livelli di prezzo attuali. Questa dinamica potrà avere effetti molto negativi su tutte le filiere. Nel breve periodo tutte le aziende dovranno cercare di efficientare al massimo i consumi, tagliando qualsiasi tipo di spreco, ma ciò non sarà sicuramente sufficiente. Per evitare ripercussioni negative sulla filiera sarà necessario un intervento consistente ma soprattutto immediato. Le piccole e medie imprese potranno sostenere forse un paio di bollette di questa entità, poi gli incrementi verranno riversati sicuramente sui prezzi e questo genererà ulteriore inflazione alimentando un circolo vizioso che potrebbe ridurre ancora i consumi”.

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