Diminuisce lo spreco di cibo nelle case degli italiani, anche se ancora troppi alimenti vengono gettati nella pattumiera prima del tempo in quanto non più utilizzabili; per l’incapacità o la mancata voglia di recuperali, ad esempio con ricette salva-spreco. In media vengono buttati 75 grammi di cibo al giorno a testa, vale a dire più di mezzo chilo a settimana e oltre 27 ogni anno. Una quantità comunque in diminuzione del -12% rispetto allo scorso anno ma che, sommata allo spreco di filiera, corrisponde comunque ad un valore superiore ai nove miliardi di euro.
FOOD WASTE: LA TOP 5
I dati citati sono contenuti nel report “Il caso Italia 2023” di Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability, diffuso in occasione della decima Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare per iniziativa della campagna Spreco Zero di Last Minute Market e dell’Università di Bologna, su monitoraggio Ipsos. In testa agli alimenti più sprecati dagli italiani c’è la frutta fresca (3,4 grammi al giorno) seguita dal pane (2,3 g): in un anno poco più e poco meno di un chilo pro capite, rispettivamente. Nella top 5 anche insalata, verdure, aglio e cipolle. Si spreca di più al Sud (+8% rispetto alla media nazionale) e nelle famiglie senza figli (+38%).
SPRECO DOMESTICO E DI FILIERA
D’altra parte, rispetto a due anni fa e a parità di budget destinato alla spesa alimentare quasi un italiano su tre presta attenzione alla riduzione del consumo di carne (26%), e quattro italiani su dieci ragionano sulla base di promozioni e offerte quando fanno la spesa, tenendo conto anche della sostenibilità di produzione e consumo del cibo (27%). Allo spreco domestico si aggiunge quello di filiera, altrettanto impattante. “Nel 2022 sono andate sprecate nella filiera italiana oltre quattro milioni di tonnellate di cibo – ricorda Luca Falasconi, Coordinatore del rapporto ‘Il caso Italia’ 2023 – per un valore complessivo e vertiginoso di oltre 9 miliardi”.
Intervenuto alla presentazione del rapporto, il Presidente di Federalimentare Paolo Mascarino ha sottolineato l’impegno dell’industria alimentare “a prevenire lo spreco ancor prima che si realizzi, attraverso una serie di azioni che spingono il consumatore verso modelli più consapevoli secondo una serie di linee di azione. Ad esempio il riposizionamento degli alimenti in linea con nuovi stili di vita e abitudini di consumo, ma anche packaging più evoluti che siano in grado di preservare più a lungo sicurezza e qualità degli alimenti oltre a garantire l’estensione della shelf life”.
IL CONTRIBUTO AL RISPARMIO DI SPESASOSPESA.ORG
Sono tante le iniziative che provano a contrastare e arginare questo fenomeno. Ad esempio, grazie al progetto SpesaSospesa.org sono stati raccolti più di 1,4 milioni di euro e distribuiti oltre 4,9 milioni di pasti; 3.131 tonnellate tra alimenti e altri beni di prima necessità sono state consegnate direttamente a chi ne ha più bisogno ed è stata evitata l’emissione di oltre 4.000 tonnellate di anidride carbonica.
GLI ITALIANI SPRECANO MENO
Più di un italiano su tre (il 35%) ha tagliato gli sprechi adottando a casa soluzioni per salvare il cibo e recuperare quello che resta a tavola, “con una svolta green spinta dall’inflazione e dai rincari delle bollette”, stima Coldiretti. Non mancano poi decaloghi e vademecum predisposti con l’obiettivo di aiutare le famiglie a sprecare di meno. Unaitalia (associazione di filiera della carni bianche) e Unc (associazione consumatori) puntano ad esempio su consigli e suggerimenti pratici per i consumatori su come mettere in tavola alimenti e piatti nutrienti: si va dalle pratiche di corretta conservazione agli usi delle parti meno nobili. La prima regola per non sprecare è programmare ciò che serve realmente preparando una lista della spesa.