Entry level e premium si contendono la scena del crudo

La corsa dei prezzi tende ad accentuare le dinamiche di polarizzazione dei consumi di prosciutto crudo. Si fa largo la materia prima estera, ma anche l’attenzione per le alte stagionature
Entry level e premium si contendono la scena del crudo

Con una quota a valore che supera ormai il 30%, la marca del distributore continua a ritagliarsi un ruolo da assoluta protagonista nel mercato del prosciutto crudo. Secondo i dati Iri su iper+super+superette (da 100 a 399 mq), considerando l’anno terminante a novembre 2022, il market share delle pl ha registrato un incremento pari a quasi due punti in confronto ai livelli dell’anno terminante a novembre 2021.

LA CRESCITA NEL LIBERO SERVIZIO

Nel libero servizio, in particolare, si assiste a una rapida crescita della marca del distributore. Ciò grazie al frequente lancio di nuove referenze che ampliano la segmentazione, rispondendo a diverse esigenze di consumo. Accanto al focus sulla fascia entry level, infatti, diventano sempre più strategiche le nuove proposte provenienti da filiera di suini in benessere animale e antibiotic free. In questo periodo, tuttavia, a riscontrare le performance migliori sono di gran lunga le proposte realizzate con materia prima estera. Per Coop, per esempio, la referenza di prosciutto crudo più venduta nel libero servizio è con materia prima di origine estera Coop Tutela. Nel corso del 2022 ha sviluppato un fatturato pari a circa 8 milioni di euro.

CRUDO NAZIONALE IN AFFANNO

Tendenzialmente – commenta Antonino Sutera, Buyer salumi prodotto a marchio Coopil crudo nazionale ha registrato una riduzione dei volumi di circa 19% rispetto all’anno precedente. In contrapposizione, quello estero ha superato i volumi del 2021, incrementando dell’8% a fine anno. Ciò conferma l’attrattività verso un consumatore sempre più attento allo scontrino della spesa”.

LA FASCIA ALTA È SUGLI SCUDI

Intanto, nell’ambito di una evidente polarizzazione dei consumi, riscuote successo anche l’offerta premium, contraddistinta in particolare dalle alte stagionature. “Da sempre – sottolinea Michele Devodier, Titolare dell’omonima aziendasiamo specialisti delle alte stagionature e sono proprio queste a evidenziare maggiore domanda. Recentemente abbiamo lanciato la verticale di prosciutto, un esclusivo cofanetto che vuole regalare al consumatore un’esperienza di degustazione in crescendo, con stagionature che vanno da minimo 24 a 30 mesi, fino ai 36 mesi”. Anche Raspini punta su una referenza di fascia alta. Si tratta de Il Monarca, stagionato 30 mesi, lavorato con sola carne italiana.

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