Ferrero e Save The Children si uniscono per contrastare la povertà educativa e garantire ai bambini il diritto al gioco e all’educazione. Nel Punto di Luce di Quarto Oggiaro (Milano), le due realtà che collaborano da circa 10 anni per iniziative umanitarie, illustrano il programma di Kinder Joy of moving. Si tratta un progetto internazionale di responsabilità sociale del Gruppo Ferrero: coinvolge ormai 400 bambini dai 6 agli 11 anni e si impegna a incentivare la loro predisposizione naturale a muoversi e giocare, nella convinzione che un’attitudine positiva nei confronti del movimento e dello sport possa rendere i bambini di oggi, adulti migliori domani.
INSIEME PER LA SOLIDARIETÀ
“Da sempre l’impegno per il sociale è un pilastro della filosofia e del welfare aziendale – spiega Bartolomeo Salomone, Presidente Ferrero –che trova una sintesi nel motto Lavorare – Creare – Donare, con una particolare attenzione al territorio. Accanto alla moltitudine di iniziative, Ferrero vanta una lunga tradizione nello sport. È con soddisfazione che proseguiamo la nostra mission sociale attraverso la collaborazione con Save the Children. La marca Kinder da molti anni è impegnata a promuovere lo sviluppo dell’attività motoria giovanile attraverso un modello didattico unico nel suo genere. Portare l’attività motoria con il metodo Joy of moving nel contesto sociale ove opera Save the Children è il completamento di un percorso attraverso il quale desideriamo che tutti i bambini abbiano le stesse opportunità”.
Come ricorda Daniela Fatarella, Direttrice Save The Children Italia, Kinder Joy of moving è solo uno dei tanti progetti condivisi con Ferrero in questi anni.
“La partnership con Ferrero è ormai decennale. Abbiamo lavorato insieme per rispondere alle peggiori catastrofi umanitarie e dal 2017 abbiamo avviato un progetto di sviluppo in Costa d’Avorio e Ghana per supportare le famiglie che lavorano il cacao. Vogliamo rafforzare infatti le comunità locali e affiancare l’azienda in un progetto pilota per sensibilizzarle e fornire a bambini e ragazzi l’unico mezzo che consenta loro di uscire da situazioni di povertà: l’accesso all’istruzione di base. Ma la nostra collaborazione è molto forte anche in Italia –sottolinea Fatarella – dove grazie al progetto con Kinder Joy of moving abbiamo accresciuto la qualità del nostro intervento. Una partnership che ha consentito non solo di finanziare le attività ma di condividere approcci e metodologie, un vero e proprio scambio di know how, finalizzato al benessere dei bambini e bambine più vulnerabili”.
IL PROGRAMMA DI KINDER JOY OF MOVING
Joy of moving èun metodo educativo innovativo, validato scientificamente, messo a punto in collaborazione con l’Università del Foro Italico di Roma, il Coni e il Miur (oggi MIM) per il Piemonte, a seguito di un progetto di ricerca che ha coinvolto oltre mille bambini della scuola primaria nel corso di tre anni. Il metodo nasce dal gioco ed è in grado di favorire non solo lo sviluppo motorio, ma anche quello cognitivo, emozionale e relazionale dei bambini. In quest’ottica il metodo sposta l’attenzione dalla performance al divertimento, dall’antagonismo alla relazione.
L’iniziativa è partita nei due Punti Luce di Torre Maura e Ponte di Nona a Roma, due strutture diventate punto di riferimento per il territorio, ed è proseguita in questi mesi coinvolgendo i bambini di altri 6 spazi dell’Organizzazione, in Italia. Alla base del progetto c’è la formazione specifica ad opera dei trainer di Kinder Joy of moving agli educatori dei Punti Luce che hanno così la possibilità di apprendere la metodologia attraverso strumenti didattici tra cui gli incontri di formazione face to face, l’utilizzo di piattaforme con corsi on line, oltre alla consultazione del manuale Joy of moving e delle schede di gioco specifiche elaborate per questa attività. Sono, infatti, 26 i Punti Luce che dal 2014 Save the Children ha inaugurato in tutta Italia con la campagna Illuminiamo il Futuro, centri ad alta densità educativa in cui bambini, bambine e ragazzi possono sviluppare le proprie potenzialità e in cui le famiglie più fragili trovano un supporto concreto.