È record storico per il vino italiano, che ha sfiorato un fatturato di 14 miliardi di euro nel 2022. La cifra è il risultato di un balzo dell’export e di un concomitante calo degli acquisti domestici, compensati però dai consumi fuori casa grazie alla ripartenza della ristorazione. È quanto emerge dall’ultima analisi di Coldiretti su dati Ismea diffusa in occasione di Vinitaly 2023. A trainare il fatturato del vino italiano è stato soprattutto l’aumento a doppia cifra delle esportazioni, cresciute del +10% fino a quota 7,9 miliardi di euro contro il calo del -2,2% degli acquisti domestici.
LA PRODUZIONE
Le bottiglie made in Italy sono per circa il 70% Docg, Doc e Igt, con 332 vini a Denominazione di origine controllata (Doc), 76 a Denominazione di origine controllata e garantita (Docg) e 118 a Indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia mentre solo il restante 30% è costituito da vini da tavola. L’Italia è leader mondiale della produzione di vino (a volume) davanti a Francia e Spagna, i due principali competitor a livello internazionale. Nel 2022 sono stati sfiorati i 50,3 milioni di ettolitri grazie all’impegno di 310.000 aziende agricole (fonte: previsioni di Ministero delle Politiche agricole e Commissione Europea).
IL VALORE DEL COMPARTO
Dal ‘vigneto Italia’ nascono anche opportunità di lavoro per 1,3 milioni di persone impegnate direttamente in campi, cantine e nella distribuzione commerciale, così come in attività connesse e di servizio. “L’esercito del vino – rileva Coldiretti – spazia dai viticoltori agli addetti nelle cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse, di servizio e nell’indotto. Dall’industria vetraria a quella dei tappi, dai trasporti alle assicurazioni, da quella degli accessori, come cavatappi e sciabole, dai vivai agli imballaggi, dalla ricerca e formazione alla divulgazione, dall’eno-turismo alla cosmetica e al mercato del benessere, dall’editoria alla pubblicità, dai programmi software fino alle bioenergie ottenute dai residui di potatura e dai sottoprodotti della vinificazione (fecce, vinacce e raspi)”.
Ettore Prandini, Presidente Coldiretti, aggiunge: “Il futuro dell’agricoltura italiana ed europea dipende dalla capacità di promuovere e tutelare le distintività territoriali che sono state la chiave del successo nel settore del vino dove hanno trovato la massima esaltazione. Un patrimonio del made in Italy che va valorizzato e difeso anche a livello internazionale”.