Salame Piemonte, produzione in calo

La corsa dei prezzi impatta sui risultati del 2022, che risentono anche di una contrazione dell’export. Ma i primi dati del nuovo anno sono rassicuranti
Salame Piemonte, produzione in calo

L’ondata di inflazione, l’elevata pezzatura minima del prodotto e la chiusura del mercato giapponese impattano inevitabilmente sulle performance del Salame Piemonte. Secondo i dati pubblicati dal Consorzio, infatti, nel 2022 la produzione, calcolata dall’ente certificatore sul fresco e non più sul venduto, è scesa del 10%, attestandosi a 120 mila kg. Il fatturato alla produzione, invece, complici i rincari dei listini, è salito del 2,5%, a 1,76 milioni di euro. Durante lo scorso anno, inoltre, l’export ha rappresentato sempre il 10% dei volumi, registrando una contrazione del 10%, a causa appunto della chiusura del mercato nipponico, che da solo veicola il 20% delle vendite all’estero. Al contrario, arrivano buone notizie dal prodotto affettato in vaschetta, che nel 2022 ha evidenziato una sostanziale tenuta, a quota 410 mila confezioni. Attualmente l’affettato, segmento sul quale si stanno concentrando i produttori, rappresenta il 53% del business nel mercato interno e il 65% in quello estero.

PEZZATURE MINIME PIÙ GRANDI

“In generale, – commenta Daniele Veglio, Presidente del Consorzio Salame Piemonte – l’andamento negativo del 2022 è da imputarsi all’aumento del tasso di inflazione, che ha eroso la capacità di spesa del consumatore finale, oggi molto più attento negli acquisti alimentari. A questo va aggiunto il fatto che il disciplinare richiede, per il prodotto intero, una pezzatura minima di 400 g. Ciò determina un prezzo molto più elevato rispetto a prodotti che, con grammature di 150/200 g, a parità di costo euro/kg risultano più abbordabili e competitivi”.

PROSPETTIVE DI RIPRESA

I dati del primo bimestre 2023 – sottolinea Veglio – ci dicono che sul fronte produzione si è registrato un leggero aumento, pari al +1,5 per cento. Questo ci induce a ben sperare sulla possibile inversione di tendenza, con un ritorno a incrementi più consistenti per la fine dell’anno”.

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