Con circa un terzo delle scorte mondiali di cibo che vanno sprecate ogni anno, il fenomeno del food waste rappresenta un tema di particolare rilevanza per la transizione verso lo sviluppo sostenibile. Secondo l’Agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente, gli sprechi alimentari sono responsabili fino all’8% delle emissioni globali di gas serra. Identificare e affrontare le cause dello spreco nella grande distribuzione alimentare è auspicabile per ragioni sociali ed economiche, oltre che ambientali.
Ecco le principali cause di spreco nella supply chain di generi alimentari e come la tecnologia può aiutare a ridurlo, soddisfacendo nel contempo le esigenze dei consumatori.
1. LA MANO DESTRA NON SA COSA FA LA SINISTRA
Tra le maggiori cause dello spreco c’è l’eccesso di stock, dovuto a ordini manuali nei punti vendita, approvvigionamento eccessivo prima delle promozioni, previsioni non accurate, spazio a scaffale sproporzionato rispetto alla domanda. All’origine c’è una gestione sub-ottimale della supply chain, con pratiche poco efficienti e soluzioni tecnologiche obsolete e disconnesse tra loro.
2. LA PERCEZIONE È TUTTO
Il merchandising alimentare è un’attività complessa, soprattutto per i prodotti freschi, la carne e i latticini. È improbabile che i clienti acquistino frutta e verdura ammaccata o troppo matura, o carne prossima alla scadenza.
Questo genera un arrivo costante di nuovi prodotti, che non vengono necessariamente venduti allo stesso ritmo, in un circolo vizioso di sprechi. Sebbene le aziende cerchino di far arrivare ai consumatori alcuni di questi prodotti, c’è ancora molto lavoro da fare.
3. L’INCERTEZZA FAVORISCE LO SPRECO
Per i retailer alimentari, gli ultimi due anni sono stati tra i più turbolenti mai registrati. Il problema è che molte aziende sono rimaste bloccate da processi manuali, che non sono in grado di adattarsi al mutare delle circostanze. Se c’è qualcosa che abbiamo imparato dal 2020, è che bisogna aspettarsi l’inaspettato. L’incapacità di prepararsi sfruttando i dati sulla domanda favorisce lo spreco alimentare: i negozi ordinano troppi prodotti sbagliati o troppo pochi prodotti giusti per far fronte alle oscillazioni della domanda.
COME RISOLVERE IL PROBLEMA?
Tutte e tre le fonti di spreco alimentare sopra descritte si riconducono in ultima analisi a processi di riordino inefficienti. Un sistema di previsione e riordino all’avanguardia basato sull’intelligenza artificiale aiuta le aziende della filiera alimentare a ridurre gli sprechi trasformando il modo in cui ordinano e gestiscono i prodotti freschi.
Gli strumenti moderni forniscono una visione più approfondita delle macro-tendenze e delle particolarità locali della domanda, garantendo una maggiore disponibilità senza aumentare lo spreco. Inoltre, forniscono un elevato livello di visibilità sulle scorte e sulle date di scadenza dei lotti, consentendo di pianificare azioni di markdown tempestive. Adottare un approccio integrato e un unico sistema per la gestione dell’intera filiera, dalla produzione allo scaffale, consente di massimizzare i benefici di tutti gli enti interessati.
RELEX Solutions, multinazionale fornitrice di una piattaforma completa e integrata di supply chain e retail planning, aiuta i propri clienti a migliorare la sostenibilità e la redditività della propria azienda, riducendo lo spreco alimentare dal 10% al 40 per cento.
In base al recente Rapporto di Sostenibilità RELEX Solutions 2023, nell’ultimo anno le aziende della filiera alimentare clienti di RELEX hanno evitato complessivamente circa 11mila tonnellate di spreco di cibo, l’equivalente di circa mille camion di prodotti e oltre 35mila tonnellate di CO2, grazie a previsioni più accurate e all’ottimizzazione delle scorte.
Parallelamente agli sforzi per ridurre le emissioni di CO2 delle aziende clienti, RELEX è attivamente impegnata a diventare neutrale dal punto di vista climatico. Nel 2022 l’azienda ha raggiunto retroattivamente la neutralità carbonica per il 2021, grazie a una serie di iniziative volte a ridurre, compensare o eliminare le proprie emissioni.