La “rivoluzione dolce” delle strategie ecologiche, che trasforma le aziende in agenti impollinatori di cultura della biodiversità e della collettività, arriva con tutta l’autorevolezza e il ground reputazionale di Conapi, Consorzio Nazionale Apicoltori italiani, unica filiera del miele in Italia e più grande cooperativa d’Europa con oltre 600 apicoltori, 110 mila alveari di proprietà (di cui il 50% bio) e 5 miliardi di api. In collaborazione con l’ente di ispezione e certificazione CCPB, Conapi ha avviato un protocollo volontario ambientale che mira a riconoscere, attraverso uno specifico marchio, l’impegno delle imprese – food e non food – per una maggiore attenzione alla tutela della biodiversità e alla sostenibilità ambientale, economica e sociale durante la gestione del proprio business. Le prime due aziende che hanno vi aderito sono Italia Zuccheri e Granarolo.
Guarda la videointervista a Nicoletta Maffini, General manager Conapi, per conoscere i dettagli del progetto!
UN PERCORSO VOLONTARIO
L’adesione al protocollo è un percorso volontario: l’azienda non è obbligata a norme cogenti e nel contempo può vantare l’impegno di perseguire un obiettivo di sviluppo sostenibile quale elemento distintivo e valorizzante per i propri stakeholder. Tutto questo evita l’autoreferenzialità dei risultati, sempre più sbandierata nelle pratiche di greenwashing. Infatti, la verifica della conformità al disciplinare di riferimento viene affidata all’ente di certificazione CCPB. Il Consorzio per il Controllo dei Prodotti Biologici vigilerà sullo stato di attuazione e implementazione dei requisiti richiesti dal disciplinare e, in caso di mancato rispetto di tali requisiti, Conapi potrà revocare l’utilizzo del marchio.
UNO STRUMENTO INNOVATIVO
Il “protocollo certificato” pensato e promosso da Conapi è redatto secondo il quadro di norme di riferimento riconosciute a livello nazionale, offrendo vantaggi sia dal punto di vista dello sviluppo del modello e delle relative attività di implementazione, sia per ciò che riguarda le attività di audit. Uno strumento fondamentale, dunque, nelle mani delle aziende per formalizzare i comportamenti etici verso l’ecosistema, operando secondo un’ottica che tenga conto di quattro principali aree di qualificazione: salvaguardia delle api e degli altri insetti impollinatori, nonché della biodiversità, tutela delle aree verdi, sensibilizzazione delle risorse umane facenti parte dell’organico e delle comunità locali e miglioramenti continui e costanti nel tempo, che siano quantificabili e monitorabili.
“Il protocollo di certificazione Approved by Conapi Bees – conclude Nicoletta Maffini, Direttore generale Conapi – nasce in Italia e per la prima volta unisce tutti questi fattori, alzando l’asticella verso una definizione di sostenibilità come leva per innovare, essere più efficienti e quindi più competitivi e di fatto sigla un patto di fiducia fra imprese, api e consumatori”.